Toronto (Canada) – TransGaming Technologies , una società canadese ormai nota a molti utenti di Linux appassionati di videogiochi, ha rilasciato una nuova major release del proprio “emulatore” (definito così anche se tecnicamente non si tratta proprio di un emulatore), la 4.0, capace di far girare sotto Linux un gran numero di giochi per Windows.
Il software, denominato WineX, si basa su di un insieme di estensioni per Wine, un celebre ambiente per far girare applicazioni Windows sotto Linux, che permettono agli utenti del Pinguino di giocare ai videogame scritti per Windows. Fra queste estensioni la più importante è costituita da un’implementazione per Linux delle API Direct X, un componente che rende Wine compatibile con le librerie multimediali di Microsoft senza sacrificare le prestazioni.
Il nuovo WineX 4.0, ribattezzato per l’occasione Cedega, ha come maggiore novità il supporto alle DirectX 9.0: tale caratteristica gli permette di far girare una serie di titoli di recente uscita, tra cui Battlefield: Vietnam , Hitman: Contracts , Star Wars Galaxies , il massive multiplayer online game City of Heroes e l’imminente Worlds of WarCraft. Il numero totale di giochi supportati da Cedega supera ora i 300.
“Il nuovo nome di WineX, lo stesso di una delle più apprezzate varietà di grappa, rappresenta il raggiungimento della maturità, della complessità, della raffinatezza e dell’eleganza del nostro prodotto”, ha proclamato senza falsa modestia Vikas Gupta, co-CEO e president di TransGaming Technologies.
La società canadese sostiene che la nuova release del proprio software contiene “più innovazioni tecnologiche di qualsiasi altra release”, riferendosi in particolare al supporto delle più recenti API DirectX e alle tecnologie Pixel e Vertex Shaders. Cedega promette inoltre di spingere significativamente le prestazioni di alcuni giochi per Windows grazie ad un rinnovato sistema di comunicazione fra processi.
Con il rilascio della nuova versione di WineX, TransGaming ha anche lanciato un’edizione europea del proprio software che, oltre a poter essere acquistata in euro, supporta alcune lingue locali: fra queste manca però ancora l’italiano.