Dublino starebbe seriamente pensando di rimettere mano alla sua normativa fiscale, finita sotto la lente di ingradimento europea con l’ accusa di essere una forma di aiuto di stato illecito per le aziende multinazionali che operano in Europa . Questa volontà di cambiamento segue l’indagine avviata dalla Commissione europea prima proprio nei confronti suoi e di Apple, e successivamente estesa anche a Lussemburgo ed Amazon.
La decisione dell’Irlanda di cambiare la sua tassazione avrebbe effetti non solo su Cupertino, ma anche su Google e le altre aziende che approfittano del mercato unico europeo e delle diverse tassazioni applicate a livello nazionale per ridurre al minimo la fetta spettante all’erario: dal momento che l’impostazione del fisco cambierebbe radicalmente, potrebbe essere prevista una tempistica dilazionata prima che entri in vigore il nuovo regime, in modo tale da offrire alle aziende il tempo di organizzarsi.
Irlanda chiude il double Irish dal 2015 per imprese di nuovo insediamento. Per tutte le altre, dal 2020
– Mario Seminerio (@Phastidio) October 14, 2014
Un periodo di transizione che presumibilmente servirà anche a Dublino: come spiega il cantante degli U2 Bono, personalità di spicco dell’Irlanda, la ricchezza che ora c’è nel paese deriva in gran parte dalla presenza delle mulinazionali, attratte proprio dalla tassazione agevolata.
D’altra parte i paesi europei sembrano cercare di voler fare fronte comune per racimolare il più possibile dalle multinazionali ICT: se in Italia appare momentaneamente arenata la proposta di introdurre modifiche fiscali ad hoc per affrontare la questione, la Francia sembra pronta ad andare al braccio di ferro con Google per le tasse. Da ultima poi, pur non citando la questione fiscale, anche la Finlandia ha alzato la voce contro Apple: accusata di aver sconfitto le grandi industrie del paese dei primi anni del duemila, i cellulari Nokia (con iPhone) e l’industria della carta (con iPad). Contribuendo a far passare il Paese dalla precedente valutazione AA+ di Standard&Poors all’attuale più modesta, ma pur rispettabile, AAA.
Claudio Tamburrino