Nell’anno in cui tutte le previsioni indicano un rimbalzo dell’economia con importanti percentuali di crescita sulla scia del rilancio post-Covid, anche il mondo startup sembra poter godere di medesimo traino. La fiducia nell’impresa sta crescendo e la fotografia del terzo trimestre 2021 su startup e PMI innovative indica un momento particolarmente proficuo e di grande fibrillazione.
L’Italia sta di fatto cambiando approccio all’innovazione, come dimostra l’accelerazione alla digitalizzazione tra gli italiani durante la pandemia.
Il report è stato stilato dal Ministero dello Sviluppo Economico insieme a Unioncamere, InfoCamere e il Rapporto del Fondo di Garanzia redatto in collaborazione con Mediocredito Centrale.
Startup e PMI innovative in crescita
I dati aggiornati al 1 ottobre 2021 indicano una forte crescita delle nuove imprese improntate sull’innovazione: 14032 unità in tutto, 540 più rispetto al trimestre precedente (+3,3%) ed arrivando al 3,6% di tutte le società di capitali di recente costituzione. Il 75,2% fornisce servizi alle imprese nei settori digitali, mentre il 16,4% è nel manifatturiero e il 3,1% nel commercio. In 2600 casi le startup sono a prevalenza giovanile (under 35), con 4 punti di distacco rispetto al tasso riscontrato nelle nuove aziende non innovative.
Le startup innovative sono inoltre sostenute significativamente dal Fondo di Garanzia per le PMI: dal 2013 al terzo trimestre 2021, il Fondo ha autorizzato 11.788 operazioni di finanziamento per quasi due miliardi di euro, a favore di 6.074 startup (alcune hanno ricevuto più di un prestito). Nello stesso periodo, per le PMI innovative le operazioni sono state 4.539, con valori in aumento rispetto al secondo trimestre. Il Fondo di Garanzia ha garantito credito verso 1.263 PMI innovative per un totale di finanziamenti di oltre un miliardo e trecento milioni di euro, con un incremento di circa 100 milioni di euro rispetto al trimestre precedente. Complessivamente il Fondo ha garantito finora circa 3,4 miliardi di euro in favore di Startup e PMI Innovative.
Lombardia, Lazio e Campania si confermano come le regioni con il maggior numero di startup: la distribuzione delle stesse sul territorio è una delle migliori notizie emergenti, poiché denotano una crescita organica dell’intero tessuto imprenditoriale innovativo senza poli isolati di eccellenze che rischierebbero di figurare come cattedrali nel deserto. La maggior densità di imprese innovative, nella fattispecie, è in Trentino Alto Adige dove il 5,9% di tutte le società di recente costituzione è rappresentato da startup.
Se si considera il numero di startup innovative in rapporto al numero di nuove società di capitali attive nella provincia, al primo posto si posiziona Trento (circa l’8,4%); seguono Milano (6,5%), Pordenone (5,7%), Bologna (5,6%). Da notare come nella parte alta della graduatoria si posizionino Ascoli Piceno, al 5° posto (5,6%), e Cuneo, al 6°, dove quasi il 5,5% delle società di capitali avviate negli ultimi cinque anni e con meno di cinque milioni di fatturato è una startup innovativa. All’estremo opposto, la provincia con la minore incidenza di startup sul totale delle nuove società di capitali è Agrigento (poco meno dello 0,7%)
Il confronto tra startup e aziende tradizionali è valido in particolare su quelle di recente costituzione in virtù della natura specifica della definizione di “startup” per il nostro ordinamento: “Possono ottenere lo status di startup innovativa le società di capitali costituite da meno di cinque anni, con fatturato annuo inferiore a cinque milioni di euro, non quotate, e in possesso di determinati indicatori relativi all’innovazione tecnologica previsti dalla normativa nazionale“. La prevalenza femminile nelle compagini sociali si registra sul 12,9% delle startup, con incidenza relativamente inferiore rispetto alle altre società: un gap sul quale sarà necessario riflettere.