La bomba è esplosa: è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il decreto del ministro ai Beni culturali Francesco Rutelli che potrà portare alla digitalizzazione di massa delle opere librarie , in un’operazione pensata per agevolare i disabili visivi, che si traduce nell’impiego delle nuove tecnologie per la diffusione della cultura. L’Italia è il primo paese al Mondo ad attivare un provvedimento di questo genere.
Si tratta di un bando di gara che sa di svolta: gli editori o detentori del diritto che si assicureranno i finanziamenti previsti potranno costituire l’avanguardia di una evoluzione editoriale attesa da lunghissimo tempo. Alle novità da far uscire su carta, in libreria, si accompagneranno file digitali con l’opera, in formati pronti all’uso per i disabili visivi. L’adozione delle nuove tecnologie, e una conversione industriale inevitabile quanto necessaria, consentiranno a chi non vede e, più in generale, a chi ha difficoltà nell’accedere ai libri cartacei, di leggere comunque quelle opere.
“Non solo – spiega a Punto Informatico Paolo Pietrosanti , storico leader radicale e ispiratore del decreto – parliamo di opere inedite, di opere nuove. Non parliamo di classici o di libri scelti a caso, parliamo dei duemila nuovi volumi di autori italiani ogni anno, quelli che finiscono nel circuito delle grandi librerie”. Lo prevede il decreto, che annuncia anche la digitalizzazione di 500 opere di autori stranieri all’anno più altre 500 opere su richiesta.
Il decreto pone le basi per la fine delle ostilità con quegli editori che non hanno abbracciato ancora la distribuzione digitale delle opere: pur essendo prodotti da file digitali, i libri sul mercato rimangono ancora esclusivamente cartacei, obbligando non vedenti, dislessici, ipovedenti e altri disabili a sottoporli faticosamente a scansione pagina per pagina per poter così produrre un file digitale. File da far leggere poi ai sistemi informatici di sintesi vocale . L’attuale legge sul diritto d’autore consente ai non vedenti di sottoporre a scansione un libro per ottenerne il file, ma non permette loro di scambiare quel file con altri disabili. “Se li scambi con qualcuno – sottolinea Pietrosanti – che questo qualcuno sia non vedente o meno non fa alcuna differenza, commetti comunque un atto illegale. Se lo metti su una chiavetta diventi un fuorilegge”. Ed è ovvio poi che moltissimi disabili formino comunità di scambio, o diano vita ad iniziative di denuncia : carbonari dell’accesso costretti alla clandestinità pur di poter fruire della cultura.
Una questione dirompente per la quale proprio Pietrosanti si è battuto in varie sedi per anni: sostenuto anche dall’avvocato Iuri Maria Prado, tra le altre rese celebre la battaglia per l’accessibilità informatica combattendo con i meccanismi tradizionali della produzione e della distribuzione di un titolo di grande richiamo come Harry Potter. Ora il bando previsto dal decreto mette a disposizione i 3 milioni di euro già previsti da un comma della Finanziaria 2007 voluto da Rutelli per procedere alla grande conversione . “Possiamo dire che si tratti di una innovazione fisiologica – evidenzia Pietrosanti -, inevitabile per gli editori. Una innovazione che con questo decreto ci assicuriamo che avvenga nell’ottica dell’accessibilità per tutti alla cultura”.
Siamo dunque al giro di boa. Come ricorderanno i lettori di Punto Informatico la battaglia per il diritto all’opera digitale ha toccato le scuole , dove gli ebook sono spesso guardati persino con sospetto, ha riguardato le riviste e persino i libri sui disabili . “Con questo decreto – spiega Pietrosanti – ci possiamo assicurare che a 48 o 72 ore dall’uscita di un titolo anche noi lo si possa avere in formato digitale”. In quale formato? Si parla di XML o comunque di testo: deve essere un formato che possa essere facilmente letto e trasportato sui sistemi di riproduzione vocale utilizzati dai disabili visivi, condicio sine qua non per l’accesso ai finanziamenti del bando.
Il bando invita gli editori a consorziarsi : possono partecipare tutti ma già nella domanda di ammissione ai finanziamenti è incluso un campo dedicato ai consorzi. “I consorzi – spiega Pietrosanti – potrebbero agevolare gli editori che vi partecipino ed aumentare esponenzialmente la quantità di volumi digitalizzati”. Oltre alle novità editoriali vi potrebbero essere digitalizzazioni massive di interi cataloghi, lungamente attese dai non vedenti.
Quanto tempo ci vorrà prima che tutto questo si concretizzi nelle prime uscite in digitale ? “Pochi mesi – dice Pietrosanti a Punto Informatico – anche perché c’è terreno fertile. In questi mesi negli ambienti editoriali, con incontri e seminari di lavoro organizzati dall’AIE (l’associazione degli editori, ndr), molto è stato già discusso. Molto si deve al ministro Rutelli, che ha voluto dare un’accelerazione portando l’Italia ad essere il primo paese su questo fronte”. “Rutelli – conclude Pietrosanti – è stato il primo ministro dei Beni culturali ad aver dato vita ad una commissione cultura accessibile che ha portato a linee guida davvero notevoli per l’accessibilità del patrimonio culturale e artistico italiano ai disabili. In questo attenzione costruttiva rispetto alla disabilità ecco che anche la accessibilità ai libri è ovviamente entrata, e visto che è tema caldo, molto caldo, oggi ha più visibilità”. “Una grande iniziativa di cui il nostro Paese deve essere fiero – ha peraltro dichiarato ieri lo stesso Rutelli – perché vanta il primato assoluto mondiale. Una trasformazione radicale dell’uso delle tecnologie che finalmente vengono applicate anche a quella parte di cittadini affetti da disabilità fisica. E questo è il risultato dell’impegno profuso per facilitare l’accessibilità all’arte e alla cultura a queste persone”.
Il decreto in formato PDF è accessibile a questo indirizzo comprensivo della modulistica.
Paolo De Andreis