C’è aria di rivoluzione nei piani alti di BigM: il gran passo verso il cloud computing , la next-big-thing di un IT in cerca di idee che dovrebbe trasportare dati, applicazioni e utenti nella connessione perenne alla Rete ubiqua è stato finalmente compiuto. La forma scelta da Microsoft per il passaggio dagli applicativi offline a quelli online si chiama Live Mesh , maglia telematica in cui la distinzione tra client e server dovrebbe sfumare, le informazioni sincronizzarsi tra player portatile, console e disco fisso e gli sviluppatori realizzare appliance innovative in grado di attirare l’utenza.
La base di Live Mesh consiste in un insieme di client software da installare su PC Windows-centrici e nella crescente infrastruttura di data center gestita da Microsoft. E ancora cinque gigabyte di spazio disponibili gratuitamente, attraverso cui costruire la propria rete di documenti, entertainment e contatti e sincronizzarla all’interno dei device a propria disposizione che potranno comprendere il lettore multimediale Zune, la home console Xbox 360 e gli smartphone basati su Windows Mobile.
Più che dell’ennesimo surrogato di Word nel browser si tratta dunque di una vera e propria piattaforma tecnologica , che fa tante promesse agli utenti ma soprattutto agli sviluppatori di applicazioni web, attualmente una delle categorie più citate e rincorse in Rete, che Microsoft intende convincere a percorrere la propria strada della connettività e degli applicativi online.
Combattute e vinte le guerre tecnologiche ed economiche per i sistemi operativi e la ricerca online con l’advertising, come efficacemente sintetizza il ricercatore vice-presidente di Gartner Mark Stahlman, la vera sfida per le società informatiche del nuovo decennio si tiene nell’ambito del cloud computing . Live Mesh è il culmine della visione IT di Ray Ozzie, chief software architect che dopo aver inventato Lotus Notes e tentato la strada solitaria della sincronizzazione al gusto di P2P con Groove è stato chiamato da Microsoft per rispondere alla sfida di Google e degli altri agguerriti avversari nati e cresciuti in seno all’economia di rete.
“Immagina tutti i tuoi dispositivi, PC, e presto Mac e telefonini cellulari – promette Live Mesh – che lavorano insieme per darti ovunque accesso alle informazioni che ti interessano. Con Live Mesh, puoi spendere meno tempo a gestire i dispositivi e i dati e più tempo a interagire con la famiglia e gli amici o a collaborare con i colleghi”.
Secondo la visione raccontata da Ozzie, Live Mesh è svariate cose fuse insieme: una piattaforma che definisce un modello di gestione di dispositivi, dati, applicazioni e persone che fanno parte della maglia di interessi e relazioni private degli utenti; un servizio di “cloud” telematico che implementa la piattaforma suddetta nei data center a disposizione di Redmond; un client software che permette alle applicazioni di girare in locale e nel contempo interagire fluidamente con la rete.
Allo stato attuale dei lavori, invece – una tech preview aperta al betatesting chiuso di circa 10mila persone – Live Mesh è in grado di fornire due servizi particolari , vale a dire un servizio di sincronizzazione di file e cartelle attraverso i sistemi operativi Windows e la rete e un modo semplice di accedere in modalità “desktop remoto” ai sistemi connessi nella “maglia” di dispositivi personali. Il tutto, come già indicato, gratuitamente e con 5 gigabyte di spazio a disposizione per singolo utente.
Specifiche che suscitano attenzione e che tenderanno naturalmente a lievitare con l’aggiunta di servizi e nuove caratteristiche dedicati a quanti intendano pagare per ottenere il surplus . Anche dal punto di vista economico, Microsoft definisce Live Mesh un work in progress con cui sperimentare diversi modelli di business : per ora si parla di sottoscrizioni a pagamento, servizi alimentati dall’advertising e persino microtransazioni come quelle che attualmente vanno per la maggiore nei videogame massivi online.
Ciò su cui Microsoft è intenzionata a spendere una parte consistente delle proprie energie è comunque convincere chi sviluppa per il web ad adottare la sua piattaforma come standard d’elezione. Molto del successo di Live Mesh dipenderà appunto da come si schiererà il fronte dei professionisti IT , che, come dimostra l’attenzione costante di Google, – uno dei più agguerriti avversari di Microsoft nell’ambito del cloud computing – sono l’unica forza in grado di decretare il successo o il fallimento di una piattaforma tecnologica dalle ambizioni così vaste come la nuova nata in casa Redmond.
Alfonso Maruccia