Il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti e 30 procuratori generali di altrettanti stati hanno presentato una denuncia contro Live Nation Entertainment e la sua sussidiaria Ticketmaster. L’accusa è di aver monopolizzato il mercato della vendita di biglietti e di aver adottato pratiche illegali per danneggiare la concorrenza. Tra i rimedi chiesti al giudice c’è la separazione tra le due società.
Poca concorrenza e prezzi alti
Live Nation Entertainment è nata nel 2010 in seguito alla fusione tra Live Nation e Ticketmaster (entrambe attive anche in Italia). La fusione è stata approvata dal Dipartimento di Giustizia sotto diverse condizioni. Nel corso degli anni, la multinazionale ha ricevuto numerose accuse, tra cui vendita di biglietti con commissioni nascoste, pratiche anticoncorrenziali e gravi negligenze nell’organizzazione di eventi (che hanno causato almeno 200 morti e 750 feriti).
L’attenzione delle autorità e dei legislatori statunitensi nei confronti di Ticketmaster è aumentata nel 2022, quando migliaia di fan di Taylor Swift non sono riusciti ad acquistare i biglietti per il suo Eras Tour. Nella denuncia presentata il 23 maggio sono elencati i comportamenti della società vietati dalla legge antitrust (Sherman Act). A causa del monopolio, gli utenti statunitensi sono costretti ad usare vecchie tecnologie e pagare prezzi più alti per i biglietti rispetto ad altri paesi.
Live Nation e Ticketmaster esercitano inoltre il loro potere su artisti e promoter per limitare l’ingresso nel mercato o l’espansione dei concorrenti. La società ha respinto le accuse con un lungo comunicato stampa, in cui sottolinea che ci sono molti concorrenti e quindi non ha nessun monopolio. Inoltre, le commissioni applicate sono molto inferiori a quelle di altri marketplace.
I prezzi dei biglietti aumentano per altri motivi, tra cui l’incremento dei costi di produzione, la popolarità degli artisti e lo scalping. La multinazionale sottolinea che l’eventuale separazione tra Live Nation e Ticketmaster non comporterà una diminuzione dei prezzi. Il governo statunitense dovrebbe invece bloccare i siti che vendono i biglietti ad un prezzo doppio o triplo (secondary ticketing).