Roma – Resta ancora alta la polvere sollevata dall’annuncio delle rimodulazioni tariffarie da parte di TIM e Vodafone . Anche Adiconsum – coerentemente con altre organizzazioni di difesa dei consumatori – si rivolge alle Authority per chiedere che l’iniziativa venga sospesa a beneficio della trasparenza nei confronti degli utenti, osservando che “Gli aumenti sullo scatto alla risposta sono un premio alle cadute di linea”.
L’Associazione dichiara di essersi rivolta ad Antitrust e Authority TLC (che proprio la scorsa settimana hanno comunicato di avere avviato un procedimento sulle variazioni contrattuali prospettate dalle due compagnie telefoniche) per chiedere che l’introduzione dei nuovi piani tariffari venga sospesa, “affinché i gestori forniscano maggiori informazioni agli utenti”.
Ma l’iniziativa ha anche altri obiettivi: “Ad avviso di Adiconsum – precisa l’Associazione – sia la rilevanza degli aumenti richiesti, oltre 5 volte il tasso di inflazione, sia la concomitanza della richiesta di aumento, lasciano supporre l’esistenza di un accordo di cartello”. Eterogenee le modalità di tariffazione prospettate dai due operatori: “TIM chiede un aumento delle tariffe pari a 5 cent/min sul servizio – osserva Adiconsum – Vodafone distribuisce l’aumento in parte sullo scatto alla risposta e in parte sul servizio (durata della comunicazione)”.
Nella lettera inviata alle Authority Adiconsum evidenzia che “per l’aumento spalmato sulla durata della comunicazione può ravvisarsi una violazione della normativa sulle pratiche commerciali scorrette, dovuta allo scatto di 30 secondi pagato anticipatamente. In altre parole è sufficiente un singolo secondo di comunicazione per dover pagare anche i 29 secondi successivi”.
L’Associazione tocca poi un aspetto più tecnico, finora non preso in considerazione: “L’aumento sullo scatto alla risposta – rileva – altro non è che un premio al disservizio delle cadute di linea, la cui frequenza è aumentata in modo considerevole negli ultimi mesi”. Su questo presupposto viene avanzata una proposta all’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni: “Per evitare raggiri, ed un costo doppio della comunicazione, occorre prevedere in caso di cadute di linea che le chiamate realizzate nel minuto successivo NON contemplino lo scatto alla risposta”.
Una proposta che verosimilmente incontrerà l’appoggio dei consumatori, e di cui sarà necessario valutare l’opportunità di attuazione, sia da parte delle Authority che da parte delle compagnie che applicano l’addebito dello scatto alla risposta. Una gabella che ancora sopravvive, nonostante da tempo e da più parti si chieda l’abolizione. Ma il dubbio è sempre quello che, purtroppo, ha accompagnato l’eliminazione dei costi di ricarica: in caso di azzeramento dell’addebito alla risposta, in che modo le compagnie telefoniche rimpiazzeranno il mancato introito?
E proprio sullo scatto alla risposta interviene il senatore Luigi Grillo, presidente della Commissione Lavori pubblici, comunicazioni e trasporti, che in una nota commenta: “TIM e Vodafone aumenteranno di qualche centesimo lo scatto alla risposta. Ma pochi centesimi, moltiplicati per le chiamate che si fanno in un mese, significano per le tasche dei cittadini una spesa maggiore anche di decine di euro. Era proprio necessario, in una fase storica in cui l’inflazione cresce, ritoccare le tariffe? Eppure il mercato delle telefonia mobile è costantemente in espansione e quindi il rincaro è ancora più odioso e ingiustificabile. Spero che le due Autorità di controllo sanzionino le compagnie telefoniche bloccando gli aumenti”.
Dario Bonacina