La nuova frontiera del controllo è lo scheletro umano: fino a lì possono sprofondare certi sguardi indiscreti. Lo si evince da un nuovo brevetto che potrebbe far gola alle forze dell’ordine di mezzo mondo.
Si tratta di un sistema , basato sul principio del radar, grazie al quale lo scheletro degli esseri umani verrebbe sottoposto all’azione di uno speciale scanner , in grado di rilevarne tutti i dettagli e – questo l’aspetto più preoccupante sotto il profilo della privacy e non solo – memorizzare il tutto in un apposito database .
Nell’archivio di uno scanner di questo genere, magari utilizzato per il controllo degli accessi in una struttura pubblicati, oltre ai dati che contraddistinguono ciascuna struttura scheletrica, finirebbero anche molti altri dati come quelli dell’identità e dei documenti. L’unica nota positiva, si legge su Io9.com , è che secondo gli inventori non avrebbe alcuna ripercussione sulla salute.
Gli inventori, Leonard Flom e Ophir Almog, nel brevetto dichiarano trattarsi di un “imaging radar”, che invia microonde verso il corpo umano e ricava l’ immagine dello scheletro per riflessione. L’obiettivo è ricavare un metodo di identificazione della persona basato sullo scheletro, più difficile da contraffare delle impronte digitali o altri dati biometrici. Il dettaglio più rilevante è la possibilità di “identificare una persona a distanza, senza bisogno di alcun contatto diretto”.
È istintivo pensare ai risvolti sulla privacy: non soltanto perché un altro dato va ad aggiungersi alla “scheda personale” di ciascuno ma anche perché un sistema di questo genere potrebbe rivelare dettagli che un individuo potrebbe non voler assolutamente diffondere, come ad esempio i postumi di un trauma subito dalla propria struttura ossea. Problematiche rese ancora più rilevanti dal fatto che, per come è concepito il progetto, una scansione ossea potrebbe essere anche attuata senza che il soggetto ne sia consapevole , un po’ come già accade con molte cam di sorveglianza.
Marco Valerio Principato