Lo spam? Tutto bene, grazie

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Tradite le aspettative di chi lo voleva sconfitto dopo la cattura dei tizi della HerbalKing: lo spam resiste e trova nuovi modi per colpire
Tradite le aspettative di chi lo voleva sconfitto dopo la cattura dei tizi della HerbalKing: lo spam resiste e trova nuovi modi per colpire

Dopo l’arresto della più importante gang di spammer avvenuto qualche giorno fa , qualcuno aveva sperato nella pace mondiale nelle caselle email: del resto, HerbalKing , nome dietro cui si nascondeva l’organizzazione, è il responsabile di una buona fetta delle mail spazzatura inviate in tutto il globo. Speranze tradite: lo spam è ancora vivo e vegeto, anzi, sembra non aver subito alcun danno dall’operazione internazionale che ha assicurato alla giustizia una delle sue principali fucine.

l'invasione dello spam Stando a quanto dichiarato da The Sydney Morning Herald , il volume di spam in giro per la rete non ne ha risentito per nulla: IronPort, società che traccia i livelli di spam su scala mondiale, riporta cifre pressoché identiche a quelle raggiunte prima della cattura della gang. Tra domenica e lunedì sarebbero state inviati circa 325 miliardi di mail spazzatura, cifra che copre il 90% di tutta la mole di posta scambiata online. Considerando che prima dell’arresto tale percentuale era maggiore di solo un punto e considerando che HerbalKing è stata ritenuta la causa di un terzo dello spam globale, non tutto quadra.

Come è stato ipotizzato dalla testata australiana, quelli della gang avrebbero potuto passare il testimone a qualcun altro, ipotesi scartata da Quentin Jenkins, dipendente di Spamhaus, altra azienda che controlla i traffici di mail fasulle: “Le botnet impiegate nei sistemi utili a spammare sono automatizzate al massimo e continueranno a fare il loro lavoro anche se gli operatori non effettuano il log-in o non controllano il sistema” – dichiara Jenkins in un post. Nonostante quelli di HerbalKing siano stati fermati, Spamhaus ha continuato a monitorare un consistente flusso di email truffaldine imputabili alla gang.

Lo spam è vivo e vegeto e sa ben rigenerarsi dopo ogni attacco subito. A dirla tutta lo spam è ancora in fase di evoluzione: stando a quanto dichiarato da Dmitry Samosseiko, manager di SophosLabs Canada, “il nuovo fenomeno del momento è quello del cosiddetto backscatter spam , lo spam di riflesso, che rappresenta circa il 3% di tutte le mail inviate attualmente”. Gli spammer collezionano indirizzi di posta elettronica reali, spesso grazie a virus che li rubano dai computer, quindi li utilizzano per inviare spam che sembra arrivare direttamente dal proprietario dell’indirizzo email. Inviano spam utilizzando questi indirizzi su larga scala, contano sui propri database di destinatari, e si scontrano con indirizzi che spesso non sono più attivi.

Il risultato è che la casella di posta del mittente defraudato dell’indirizzo si riempirà sempre più di messaggi che notificano il mancato invio della mail, rendendo così l’utente consapevole di essere vittima del sistema. “È irritante – dichiara una vittima di questa nuova forma di spam – ma anche pericoloso poiché penso alla possibilità concreta che qualcuno dei miei clienti mi abbia inserito nella black list perché qualcuno a mia insaputa stava utilizzando il mio indirizzo e-mail per spargere spam”.

Lo spam è in salute, più di quanto si possa credere: “gli spammer se ne infischiano della legge, continuano e basta. Molti di loro smetteranno solo quando saranno dietro le sbarre” commenta Quentin Jenkins di Spamhaus.

Vincenzo Gentile

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Pubblicato il
23 ott 2008
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