È open source, è gratuito, è alternativo ed è sviluppato da una comunità di volontari, ma nel suo petto non batte né un cuore Linux né un cuore Unix BSD. Il suo nome è Haiku , un tempo noto come OpenBeOS, un sistema operativo di cui proprio ieri è stata pubblicata la prima versione di sviluppo ufficiale, la R1 Alpha 1 .
“L’obiettivo di questa release è quello di creare uno sviluppo stabile di Haiku, e di renderlo disponibile a una audience maggiore per testing e debugging” si legge in una nota. “Questo aiuterà il team che si occupa dello sviluppo di Haiku a identificare e risolvere i bug, e quindi migliorare la qualità del sistema congiuntamente all’avanzamento del suo sviluppo”.
Haiku ripropone , affinandoli e attualizzandoli, molti dei concetti e delle tecnologie che si trovavano alla base del defunto BeOS , considerato da più parti uno dei sistemi operativi per personal computer più innovativi dello scorso decennio. Come quest’ultimo, Haiku vuol essere veloce, intuitivo e facile da usare pur senza sacrificare potenza e duttilità.
Sarebbe però inesatto considerare Haiku la reincarnazione open source della piattaforma di Be Inc : in realtà il solo codice di BeOS utilizzato in Haiku è quello del file manager Tracker e della barra dei task Deskbar, due componenti di cui Be pubblicò il codice sorgente nel 2001. Tutto il resto è stato reimplementato da zero o preso in prestito altrove : il kernel, ad esempio, è un fork di NewOS , un kernel modulare ibrido sviluppato dall’ex ingegnere di Be Travis Geiselbrecht.
La scelta di non basare Haiku su un kernel già ampiamente collaudato e diffuso come Linux viene giustificata dagli autori del software con la volontà di unificare la progettazione del sistema operativo , in modo che tutte le sue parti possano fornire un’esperienza d’uso coerente. “La pila di software utilizzata nelle distribuzioni Linux-based, vale a dire il kernel Linux, l’X Windows System, e i vari desktop environment con i relativi toolkit (come GKT+ e Qt), non hanno necessariamente le stesse linee guida e gli stessi obiettivi. La mancanza di coerenza e di una visione generale si manifesta in una accresciuta complessità, in una insufficiente integrazione e in soluzioni inefficienti, rendendo l’uso del computer più complicato di quello che potrebbe realmente essere” si legge nelle FAQ del progetto.
Come BeOS, Haiku è un sistema operativo pensato specificamente per girare sui personal computer , inclusi molti di quelli che riposano già da tempo in soffitta: questo giovane OS è stato fatto girare con successo su un vecchio PC con un Pentium II a 400 MHz e soli 64 MB di RAM. Per avere un’esperienza d’uso soddisfacente sono tuttavia suggeriti un processore Pentium III e almeno 256 MB di RAM.
Attualmente Haiku è sostenuto da una comunità internazionale di volontari che contribuiscono al progetto in ogni settore, quali sviluppo, testing, documentazione, contenuti online, relazioni pubbliche e supporto. Il progetto è inoltre sostenuto da Haiku Inc , un’associazione non profit statunitense istituita nel 2003 per assistere il progetto Haiku nel raggiungimento dei suoi obiettivi.
Haiku R1 Alpha 1 può essere scaricata da qui sotto forma di immagine ISO (da masterizzare su CD), VMWare (da far girare all’interno di una macchina virtuale) e raw (da usare in combinazione con BeOS o Zeta). Da fine settembre sarà altresì possibile ordinare il sistema operativo su CD. Gli sviluppatori esortano gli utenti a riportare tutti i bug scoperti in questa release sul sito ufficiale del progetto, dove si può trovare un sistema di tracking dei bug.
Al momento la roadmap prevede un’altra versione alpha di Haiku, ma non riporta alcuna indicazione sulle date di uscita delle future release di questo sistema operativo.
Per altre informazioni su Haiku è possibile fare riferimento anche al sito dell’user group italiano, haiku-os.it .
Alessandro Del Rosso