Lo Zen e l'arte della tassazione dell'Ipod

Lo Zen e l'arte della tassazione dell'Ipod

Le Major discografiche giapponesi spingono per l'introduzione di una tassa sui lettori MP3; una soluzione che dovrebbe compensare le entrate perse a causa dalle copie illegali
Le Major discografiche giapponesi spingono per l'introduzione di una tassa sui lettori MP3; una soluzione che dovrebbe compensare le entrate perse a causa dalle copie illegali


Tokyo – L’industria musicale giapponese ha avuto un’intuizione geniale : convincere il Governo a tassare i lettori MP3. Una soluzione rapida e indolore che permetterebbe di far spartire agli editori e gli artisti una piccola percentuale degli introiti provenienti dalla vendita dei player, a compensazione delle entrate perse a causa dalle copie illegali. Una scelta che molti osservatori mettono in diretta relazione con l’ascesa dell’iPod sul mercato nipponico.

In sé non è una gran novità anche se, vista l’ampiezza del pubblico interessato, gli effetti possono essere amplissimi: in Giappone esiste già una tassa del 2% sui CD recorder e mini-disc recorder. Un approccio funzionale per le major della musica, evidentemente, e forse un po’ meno per i consumatori, proprio come accade in Europa e in Italia con il “quid” sui supporti vergini definito equo compenso che ricade sul prezzo finale dei prodotti e, secondo gli operatori del settore, ne riduce le vendite oltre a rappresentare una “tassa” tutt’altro che equa .

La questione però ora ribolle in Giappone, dove alcune associazioni dei consumatori sembrano intenzionate a sollevare un polverone sulla nuova tassa, accusando il Governo di essere prono ai desideri dell’industria. “Questo – ha tuonato Hiroko Mizuhara, presidente dell’Unione dei Consumatori giapponese – è un tipico esempio di come l’industria tenti di manipolare il Governo a spese dei consumatori”.

Non è un caso che, in questo bailamme, Apple abbia dovuto, o preferito, ritardare il lancio della piattaforma online Apple iTunes nella web-sphera giapponese: la contrattazione delle licenze con le Major è stata durissima. Numerose case discografiche locali, Sony Music Entertainment e Warner Music Japan, infatti, non hanno ancora aderito. Ma i consumatori hanno già fatto capire le proprie intenzioni: hanno acquistato 1 milione di tracce audio nei primi 4 giorni di apertura del servizio ITunes Japan.

E non è finita qui: negli Stati Uniti si sta già accendendo la contrattazione delle licenze per le tracce di iTunes perché in primavera scadranno gli accordi ora in vigore. Le Major giocheranno ogni carta per tirare su il prezzo. “Le imprese di entrambe le sponde del Pacifico stanno cercando tutti i sistemi per fare più soldi. Hanno un nuovo canale commerciale (Web); e così provano a boicottarlo o tassarlo”, ha dichiarato Tim Bajarin, analista presso Creative Strategies .

Le Major giapponesi hanno risposto a queste accuse sottolineando che l’incremento delle vendite dei lettori MP3 diminuisce le entrate provenienti dalla tassazione dei digital recorder: per la Società degli autori e compositori giapponese si tratterebbe di aggiornare la legislazione vigente inserendo anche i lettori MP3 fra i device dotati di funzioni di recording digitale. Un balzello che potrebbe aggirarsi fra i 2/5% dei prezzi di listino, secondo gli esperti.

Dario d’Elia

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Pubblicato il
11 ott 2005
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