Google Earth lo si ama o lo si odia: questo è quanto sembra emergere da una serie di recenti vicende che hanno coinvolto lo strumento, da molti visto come un’indispensabile risorsa per loschi figuri. Secondo i detrattori, il servizio di BigG sarebbe infatti uno strumento fin troppo utile ed appetibile per chi volesse pianificare attacchi terroristici o altre azioni criminose, motivo per cui sono in molti ad auspicare la messa al bando del potente occhio digitale.
Le accuse contro il servizio offerto da BigG sono aumentate in maniera esponenziale all’indomani dell’attacco terroristico avvenuto a Mumbai , ritenuto interessante da molti esperti del settore IT per via del massiccio dispiegamento di tecnologia allo stato dell’arte. Google Earth è stato accusato di essere sin troppo meticoloso nel suo servizio, al punto da fornire indicazioni troppo precise a chiunque fosse intenzionato a commettere azioni del genere. Uno strumento del male, sul quale sono state poste etichette quali Google Threat , la “minaccia” di Google. Questo perché il servizio, accessibile in maniera gratuita a tutti, fornisce mappe dettagliate e foto satellitari e, non ultimo, Street View.
Ma Google non è il male, almeno stando alle parole di John Hanke, responsabile della piattaforme Earth e Maps dell’azienda californiana, che nel corso di un’intervista ha espresso la sua opinione: “Il male esiste solo nella filosofia e nei desideri di chi vuole davvero fare del male. Individui del genere useranno qualsiasi strumento a disposizione, sia che si tratti di una Molotov o di un fucile, sia che si tratti dell’uso della tecnologia come parte del piano” ha dichiarato . “Se Google Earth non fosse esistito – ribadisce Hanke – avrebbero usato una qualsiasi mappa turistica”.
In ogni caso, la creatura di BigG pare essere in ottima compagnia: lo scorso anno era stato Twitter ad essere messo alla gogna. Un rapporto ufficiale diramato dall’esercito statunitense lo decretava uno strumento utile a pianificare attacchi terroristici. Sulla lista dei cattivoni, anche VoIP, Nokia Maps, nonché tutta una lista di software capaci di passare in pochi secondi al lato oscuro della forza.
A discapito di tutto ciò, comunque, è la recente cronaca a risollevare l’immagine del servizio offerto da Google, che si è dimostrato un inatteso ma quantomai efficace strumento investigativo per la polizia svizzera, impegnata ad indagare su un giro di affari milionario legato alla coltivazione di marijuana: gli agenti avevano già individuato due possibili indiziati, due contadini, sui quali però non si avevano prove a sufficienza. Decisi ad ispezionare le rispettive fattorie, gli agenti dell’unità antidroga elvetica hanno pensato bene di ottenere l’indirizzo dei due utilizzando il servizio offerto da Google. Il resto ha dell’incredibile: zoomando sui terreni coltivati, gli agenti hanno chiaramente visto dall’alto una vasta zona di terreno utilizzata per coltivare la marijuana, “protetta” dalla visuale terrestre da una porzione di terreno circostante in cui era stato piantato del mais. La vicenda è stata chiusa con l’ arresto di 16 persone, per un traffico del valore di quasi un milione di euro.
Secondo gli agenti la ricognizione tramite l’ausilio delle immagini satellitari sarebbe già largamente utilizzata durante le indagini. Del resto, da quando il servizio ha fatto la comparsa online, si è creata una vera e propria caccia al tesoro utilizzando lo zoom. Tra i più ambiti, di sicuro ci sono coloro che si sono concessi un bagno di sole come mamma li ha fatti proprio nel momento in cui l’occhio elettronico premeva sull’otturatore, migliaia di chilometri sopra le loro teste.
Ma non è solo Google Earth a dettare le tendenze in fatto di vouyerismo informatico: da quando Google ha iniziato ad offrire Street View, sono stati in molti gli utenti a caccia di stranezze o immagini curiose: cercando sul web, sono numerosissime le segnalazioni relative alle stranezze catturate dalle Googlecar, raccolte tutte (o quasi) su Street View Fun . Tra queste, una delle più discusse è certamente quella relativa all’incidente tra una delle auto utilizzate per le riprese e un giovane esemplare di cervo. L’imperterrito occhio ha catturato ogni istante dell’impatto, compresa l’immagine del corpo senza apparenti segni di vita dell’animale. Sulla vicenda è intervenuta Google stessa che si è detta dispiaciuta per l’accaduto (molto frequente in quella zona, stando alla polizia locale), ribadendo però che l’animale era comunque vivo e che se ne sarebbe andato sulle proprie zampe dalla scena dell’incidente prima dell’arrivo della polizia.
Ma c’è qualcosa che non convince più di qualcuno : su due delle quattro immagini disponibili si vede chiaramente il corpo immobile del cervo prima al centro della strada, poi sull’erba. L’impressione di molti è che il cervo sia rimasto ucciso nell’impatto e che il suo corpo sia stato adagiato poi sul ciglio della strada. Sulla vicenda è stato rilasciato un post sul blog ufficiale di Google in cui, oltre alla ricostruzione dei fatti, l’azienda californiana ricorda a tutti quanto sia importante il rispetto delle norme stradali e la prudenza alla guida. Le immagini relative all’impatto, per quanto ormai ampiamente diffuse sul web, sono state comunque rimosse dal servizio.
Vincenzo Gentile