L’approvazione da parte dell’ Agcom della delibera Bitstream sta portando le sue prime conseguenze, per ora ben lontane dal poter incontrare il favore degli utenti. L’offerta Bitstream su cui ha lavorato Telecom Italia , infatti, propone condizioni economiche che colgono di sorpresa gli operatori alternativi.
Nell’offerta di riferimento per i Servizi Bitstream di Telecom Italia, pubblicata a questo indirizzo , sono indicate le condizioni tecniche ed economiche che l’incumbent intende applicare ai provider. Tra i prezzi di listino previsti per le connessioni ADSL, spicca il canone imposto sulle ADSL naked , ossia le linee dati senza fonia. La Delibera n. 249/07/CONS ha di fatto confermato le disposizioni della delibera n. 34/06/CONS , che già imponeva all’incumbent l’obbligo di offerta di servizi Bitstream, consentendole però l’applicazione di un canone mensile integrativo sulle linee attivate su cavo dati.
È su questo presupposto che il TAR del Lazio ha rigettato un ricorso contro l’Agcom presentato da Eutelia , insieme ad AIIP e Fastweb . Il Tribunale amministrativo, come spiega lo Studio Legale Sarzana e Associati , nella sua sentenza ha confermato quanto stabilito dall’Authority, ossia “che la quota di accesso relativa ai servizi bitstream erogati su linea non attiva o su linea non remunerata dal canone dell’utente finale sia indipendente dalla tipologia di utente servito e sia formulata sulla base del criterio di retail minus , a partire dai prezzi del canone di Telecom Italia per l’accesso residenziale, scorporando i costi non pertinenti al servizio di accesso wholesale quali i costi commerciali e di fatturazione relativi ai servizio di Telecom Italia offerti al cliente finale (parr. 480 e 481 dell’all.to A alla delibera 34/06/CONS)”.
Una sentenza che costituisce quindi un’ulteriore legittimazione istituzionale del canone da applicare sulle ADSL “naked”, canone vissuto fino a questo momento in una sorta di limbo . In conseguenza di tutto ciò, NGI ha comunicato ai propri clienti, con preavviso di 30 giorni, che dal 12 luglio chiederà loro una maggiorazione sul canone, pari a 12 euro (10 euro + IVA). Una novità che ha già scatenato vivaci reazioni, come si può constatare leggendo i forum di NGI o quelli di Punto Informatico .
Va detto che NGI è di fatto uno degli ultimi competitor di Telecom ad applicare il rincaro, dopo lunga resistenza: ci sono operatori che sulle ADSL naked integrano quei costi da sempre. Un’azione inevitabile, spiega a PI Telefonia l’amministratore delegato dell’azienda, Luca Spada : “L’offerta ADSL di NGI si basa su una banda garantita molto superiore alla media, che si rispecchia in maggior costi di rete che dobbiamo riconoscere a Telecom Italia. Con l’introduzione del canone naked da parte di Telecom non riusciamo ad assorbire il maggior costo sui tagli più economici, per questo motivo ci vediamo costretti a rigirare il canone ai nostri clienti con ADSL con upstream 256kbit/s”. Il provvedimento non colpirà infatti i clienti dotati di una linea con velocità di 512 Kbit in upload, per la quale è previsto il pagamento di un canone con cui NGI già riesce ad assorbire la maggiorazione subita a livello wholesale.
ISP e operatori stanno ora facendo i conti con le condizioni contenute nell’offerta recentemente pubblicata da Telecom Italia e soggetta – come sottolinea la stessa Telecom – all’approvazione dell’Autorithy, e da più parti PI Telefonia ha raccolto malumori. La prima preoccupazione espressa da alcuni è quella di poter continuare a fornire in modo sostenibile i servizi offerti attualmente. Se le nuove condizioni comportassero ulteriori svantaggi economici (come nel caso delle ADSL naked), in caso di approvazione dell’offerta da parte dell’Agcom (che per questi procedimenti non segue un calendario rigido) è verosimile prevedere ulteriori variazioni contrattuali .
Dario Bonacina