La lobby musicale olandese ha tentato un colpo di mano sull’ equo compenso , ma il Ministro della Giusitizia Hirsch Ballin non si è fatto trovare impreparato e ha bloccato immediatamente l’iniziativa. SONT , che rappresenta gli interessi dell’industria dei contenuti, aveva proposto a gran voce una tassazione sugli USB Flash drive per “compensare le perdite” dovute all’evasione dei diritti di copyright. Un giochino al quale da un paio d’anni il Governo non sembra disponibile a cedere.
La più grande organizzazione dei consumatori, Consumentenbond , ha definito l’idea di un balzello sulle penne USB piuttosto “bizzarro”. In fondo, la maggior parte di questo genere di dispositivi è utilizzato per l’archiviazione di immagini e documenti, e non per la musica. Eppure SONT avrebbe voluto 0,05 euro per ogni gingillo venduto , e un ulteriore sovrapprezzo progressivo in relazione alle capienze.
I produttori, come succede in questi casi, si sono uniti alle associazioni dei consumatori per opporsi ad ogni eventuale “apertura” sulla tassa. Com’è risaputo, le più grandi associazioni industriali sono estremamente contrarie a questo genere di policy: lo scorso anno hanno fondato Copyright Levies Reform Alliance proprio per combattere contro l’equo compenso.
Lunedì scorso Kees Vendrik, dei Verdi olandesi, ha tentato di aprire un dibattito parlamentare sull’argomento, immediatamente bloccato da Ballin. Un muro stigmatizzato dalla SIAE olandese. “Non c’è stata neanche una proposta formale”, ha aggiunto Andre Beemsterboer, direttore dell’agenzia olandese. “Ma non è finita qui, dato che in base ai nostri dati almeno il 20/25% delle chiavette è utilizzato per l’archiviazione di musica”.
A parte la battaglia tutta olandese sulle chiavette USB, sono ancora pochi i paesi che si stanno muovendo verso iniziative di “equo compenso” applicate ai flash drive. In Canada, ad esempio, il Private Copyright Collective ( CPCC ) sta ancora tentando con difficoltà di far tassare gli iPod – anche se nel 2004 il balzello è stato considerato illegale. In Italia, al momento, la questione è al vaglio della SIAE; secondo il presidente Assumma – intervistato da La Stampa . “Al momento la legge non lo prevede, ma è una possibilità che stiamo valutando”, ha dichiarato Assumma riferendosi ad un eventuale equo compenso applicato a chiavette USB e hard disk.
Perché per il direttore della SIAE “il diritto d’autore non è uno solo, ma tanti: leggere, riprodurre, circolare, prestare, dare in noleggio e altri. Non si paga più volte, si pagano più autorizzazioni diverse”.
Dario d’Elia