La Lombardia, regione del paese fin qui più colpita in termini numerici dal coronavirus, ha annunciato nei giorni scorsi la distribuzione dell’app AllertaLOM chiedendo alla popolazione di scaricarla e di partecipare al progetto CercaCOVID. Vediamo di cosa si tratta.
Regione Lombardia: l’app AllertaLOM
In download per i dispositivi Android su Play Store e per iOS su App Store, è di fatto un aggiornamento di quella in passato già dedicata alle comunicazioni e agli avvisi della Protezione Civile. Anche in sede di presentazione si è parlato di “restyling”.
In seguito al download e all’installazione viene chiesto di leggere e accettare le condizioni riportate in due documenti: uno è relativo ai termini di utilizzo, l’altro alla policy sulla privacy. Qui i PDF: 1, 2.
Il questionario CercaCOVID
Nel secondo viene ben spiegato qual è l’obiettivo dell’iniziativa CercaCOVID.
La finalità del progetto, denominato CercaCOVID, è di consentire al titolare del trattamento di effettuare un contrasto efficace alla diffusione del contagio da COVID-19, attraverso la raccolta di informazioni fondamentali per stimare il grado di diffusione reale dell’infezione (al di là dei casi accertati) e il tasso di letalità del virus.
Si legge poi che:
- il titolare del trattamento intende condurre delle analisi statistiche ed epidemiologiche attraverso la raccolta di dati relativi alla sintomatologia di ogni partecipante, unitamente ad alcune ulteriori informazioni di contesto;
- a partire dal 30 Marzo 2020, e per il periodo di tempo necessario a contrastare l’emergenza da COVID-19, la Regione Lombardia infatti ha avviato un progetto di monitoraggio attivo della diffusione del COVID-19 sul territorio regionale;
- in tale contesto, con l’app AllertaLOM potranno essere raccolte alcune informazioni relative alla eventuale sintomatologia dell’utente, tramite la somministrazione di un questionario che Lei potrà liberamente decidere di compilare o meno.
- partecipando al progetto, ogni utente è posto quindi in condizione di poter decidere di collaborare attivamente ed in maniera del tutto spontanea con le Autorità sanitarie di Regione Lombardia nel quantificare con maggior precisione il livello di sviluppo del contagio e la distribuzione territoriale dei casi di positività, sulla base dei sintomi segnalati;
- il titolare non tratterà i suoi dati identificativi diretti, quali il nome, il cognome, il codice fiscale o la sua residenza.
Insomma, a tutti effetti un questionario anonimo che Regione Lombardia sottopone ai cittadini per raccogliere informazioni utili al monitoraggio della malattia e della sua evoluzione. Scorrendo il documento leggiamo che “taluni dati di natura prettamente tecnica (quali, a titolo esemplificativo, il codice IMEI identificativo del suo dispositivo mobile, le informazioni relative alla versione del sistema operativo ivi installato, l’indirizzo IP identificativo dell’host di rete, ecc.) potranno essere acquisiti, in modo del tutto automatizzato, dai sistemi informatici interrogati dal Suo dispositivo, all’atto di prelevare i dati e le informazioni resi disponibili all’interno dell’App” e che “i suoi dati personali saranno trattati per le finalità strettamente connesse e strumentali all’esecuzione dell’app”.
Il titolare del trattamento dei dati è ARIA S.p.A., fornitore di servizi di Regione Lombardia. Non è prevista la condivisione delle informazioni con altri soggetti e per finalità differenti se non con “titolari a livello nazionale della gestione dell’emergenza COVID-19”, pur sempre in forma anonima e aggregata, o con “pubblicazioni specializzate su riviste scientifiche o di settore”. Non è prevista alcuna forma di profilazione.
Riassumiamo di seguito le domande incluse nel questionario.
- Informazioni personali: sesso, età;
- condizioni mediche rilevanti: sovrappeso, diabete, ipertensione;
- informazioni di contesto: comune di residenza, comune in cui si lavora, eventuali spostamenti per motivi professionali, possibili contatti con persone positive a coronavirus, recente frequentazione di luoghi successivamente chiusi;
- sintomatologia: alterazione di gusto e olfatto, tosse, dolori muscolari, stanchezza, congiuntivite, diarrea, raffreddore.
Una volta terminata la compilazione è sufficiente confermare di aver preso visione dell’informativa privacy e premere su “Invia”.
“Ci controllano per il coronavirus!”
I sostenitori delle teorie del complotto non si sono lasciati sfuggire l’occasione e sui social già in molti stanno parlando di un’applicazione per il controllo e la sorveglianza. Non è così: AllertaLOM non è paragonabile ad esempio a Close Contact Detector, software distribuito a febbraio in Cina con un obiettivo ben differente, quello di contenere la diffusione del coronavirus. Qui si tratta di una raccolta dati con finalità di ricerca.
Vero invece che la regione traccia gli spostamenti dei cittadini, ma raccogliendo informazioni in modo aggregato, trasmesse dagli operatori mobile sulla base delle celle agganciate dagli smartphone in movimento. Ne abbiamo scritto in un articolo il mese scorso, tornando sull’argomento di recente per segnalare un’estensione dell’attività all’intero territorio europeo condotta in partnership con diverse telco.
Tornando infine all’app, come si può vedere nello screenshot qui sopra (versione Android) chiede autorizzazioni per l’accesso ad archiviazione, contatti e telefono. Rifiutandole l’utilizzo del servizio non risulta comunque compromesso. Non ancora convinti al download? È “uno dei borghi una delle applicazioni più belle d’Italia” (cit. Gerry Scotti).