Il presidente della Commissione per gli Affari Esteri americana, Tom Lantos, ha invitato Jerry Yang e Michael Callahan, rispettivamente CEO e responsabile dell’ufficio legale di Yahoo!, a presentarsi il 6 novembre prossimo per un’audizione sul caso di Shi Tao , il giornalista cinese utente di Yahoo! finito in carcere per dieci anni, la cui vicenda è ascesa innumerevoli volte agli onori della cronaca nazionale e internazionale. L’accusa? Yahoo! avrebbe fornito informazioni false .
La vicenda, complessa e articolata, viene da molto lontano . La convocazione in Commissione è partita dalla testimonianza (file pdf) che lo stesso Callahan ha reso nel febbraio 2006. In quell’occasione dichiarò che, nel momento in cui Yahoo! forniva i dati del dissidente politico alle autorità cinesi che lo hanno poi condannato, non era a conoscenza delle ragioni per le quali il giornalista fosse oggetto di indagine da parte delle autorità del suo paese.
La ricostruzione del dirigente dell’azienda, come sottolinea ora WebProNews , si scontra però con altre fonti, che descrivono Yahoo! come informato dell’attività del giornalista fin dal 2004 .
Questa difformità tra le dichiarazioni dei dirigenti dell’azienda e una possibile realtà alternativa getta nuove ombre sull’operato di Yahoo! e riaccende il focolaio delle accuse, secondo cui il portale si sarebbe comportato né più né meno come un collaborazionista di un regime oppressivo. Non stupisce, dunque, che sia ripartita la macchina delle indagini, riproponendo una vicenda di ampia risonanza , oggetto di interrogazioni parlamentari e sviluppatasi poi su molti fronti .
Secondo WebProNews , alla luce dei fatti esaminati dalla Commissione, Callahan dovrà agire con estrema discrezione . “Nessuno dei membri della commissione presieduta da Lantos si rallegra dell’idea che possa aver fornito loro informazioni errate”, dice il sito. “Shi Tao è stato accusato di rivelazione di segreti di stato per aver fatto circolare fuori dal suo Paese un memo , proveniente dagli uffici del Governo, contenente i nomi dei reporter autorizzati (o meno) a scrivere circa lo storico episodio di piazza Tienanmen del 1989″. Dieci anni di galera, cioè, per tappargli la bocca , dopo averlo individuato grazie alle informazioni fornite proprio da Yahoo!.
La novità, ripresa anche da altre fonti , riapre dunque una ferita mai cicatrizzata , un intreccio di interessi di Stato e commerciali che giunge peraltro subito dopo la recente rimonta dei titoli Yahoo! al Nasdaq.
Marco Valerio Principato