Londra – Quasi duecento milioni di euro al giorno in più potrebbero rimpinguare le casse della pubblica amministrazione inglese, se solo gli impiegati statali non fossero dei perditempo assuefatti alle tecnologie di rete e al bighellonaggio online.
Sui dipendenti inglesi, avverte un’indagine di The Guardian , negli ultimi tre anni si sono abbattuti licenziamenti, richiami e sanzioni disciplinari: le cattive abitudini degli impiegati pubblici davanti allo schermo sono diventate un’urgenza da arginare.
I dati, relativi a 65 istituzioni, tracciano un quadro dettagliato del dipendente abbandonato davanti al monitor. Oltre alla passione per il portalone di social networking Facebook, che sottrae agli impiegati 143 preziosi minuti di produttività al mese, i dipendenti statali inglesi trascorrono il tempo dedicandosi a trastulli online più tradizionali: intramontabile l’attenta consultazione di materiale pornografico , con tanto di commenti tra colleghi; un must anche l’utilizzo improprio dell’email, strumento di seduzione e veicolo di messaggi goliardici , offensivi o di nuovo pornografici .
Queste le motivazioni che hanno indotto le istituzioni britanniche a un severo giro di vite nei confronti dei dipendenti. C’è chi bandisce l’utilizzo di determinati siti e li filtra a monte della rete aziendale, c’è chi addirittura procede al licenziamento in tronco, per evidente violazione delle linee guida che regolano la vita sul posto di lavoro. Del resto, spiega un rappresentante della Local Government Association , le istituzioni devono assicurare che “i dipendenti lavorino per i contribuenti, cioè per coloro che gli assicurano lo stipendio”.
Sono 1722 gli impiegati statali del Regno Unito che negli ultimi tre anni hanno ricevuto sanzioni disciplinari dovute all’uso improprio di Internet e delle email: 132 sono stati licenziati, una quarantina si sono dimessi dall’incarico, altri hanno ricevuto avvertimenti formali o hanno subito penalizzazioni nella loro carriera. Solo il ministero della giustizia inglese ha allontanato trenta dipendenti: l’uso personale di Internet deve essere autorizzato da un dirigente. Nemmeno le forze dell’ordine sembrano attenersi alla rigida disciplina che dovrebbe vigere sul posto di lavoro: la polizia dell’Hertfordshire si è trovata costretta a punire una schiera di poliziotti che avevano fatto circolare un video che poco si confaceva al loro ruolo di austeri tutori della legge.
La piaga che più sembra affliggere la pubblica amministrazione oltremanica è il social networking : lanciano l’allarme i sindacati, che sottolineano come i lavoratori non siano in grado di autodisciplinarsi imponendo un limite alle poco produttive pratiche di relazione mediate dalla rete. Ma proprio a tale proposito è intervenuto Cary Cooper, professore di psicologia del lavoro della Lancaster University: il Regno Unito è fra i paesi del primo mondo che costringono i loro dipendenti agli orari di lavoro più estenuanti. Questa cultura del lavoro, spiega il professore, induce i dipendenti a confondere sfera lavorativa e sfera privata e li costringe ad “utilizzare i computer messi a disposizione in ufficio per organizzare la loro vita personale”.
Gaia Bottà