Londra – Downing Street prosegue indefessa sulla strada del videocontrollo distribuito e implacabile: dopo le microtelecamere da usare negli stadi , la nuova trovata segnalata da BBC coinvolge la rete di 1.500 telecamere gestita dal Transport for London , emanazione del governo inglese che si occupa di controllare il traffico e la viabilità nella capitale del Regno. Usate fino ad ora per assicurare che tutti pagassero l’obolo di 8 sterline necessario per entrare nel centro cittadino con l’automobile, saranno d’ora in poi il punto di osservazione privilegiato per l’investigazione e l’azione preventiva delle follie dei terroristi .
In ottemperanza alle norme pro-privacy contenute nel Data Protection Act , la possibilità di controllare in tempo reale la presenza dei veicoli sulle strade della metropoli era stata finora limitata a casi specifici che richiedevano il via libera di un magistrato, ma le nuove regole a cui si sta lavorando prevedono l’esenzione completa da queste procedure di tutela delle investigazioni condotte a scopo anti-terroristico.
Le CCTV del circuito sono dotate del supporto alla tecnologia Automatic Number Plate Recognition (ANPR), che dona loro la possibilità di leggere le targhe dei veicoli e di individuarne i proprietari. Dati che saranno ora sotto il vaglio completo degli investigatori, anche se l’Ufficio per gli Affari Interni si affanna a ripetere che essi potranno essere adoperati esclusivamente a fini di sicurezza nazionale e non per combattere “il crimine ordinario”.
Ventiquattro ore al giorno, sette giorni su sette la polizia di Londra potrà controllare in maniera discreta ma inesorabile il traffico da e verso il cuore pulsante della City, e almeno per i primi tre mesi la nuova misura verrà seguita da vicino dal capo del corpo Ian Blair, che produrrà un rapporto per il dicastero degli Interni nel quale dovrà dimostrare di voler garantire che la privacy dei cittadini venga debitamente tenuta in considerazione .
Avere a disposizione un controllo così stringente fa però sorgere il sospetto sulla possibilità concreta, in un futuro non tanto lontano, di sfruttarlo anche per scopi diversi dalla sicurezza nazionale . “Scommetto tutto quello che volete”, scrive il guru della sicurezza Bruce Schneier, “che subito dopo l’impiego dei dati per motivi di anti-terrorismo, verranno stabilite ulteriori eccezioni per questioni di mera routine poliziesca”.
Alfonso Maruccia