L'ONU propone la rivoluzione dei domini

L'ONU propone la rivoluzione dei domini

Se adottata, i domini nazionali sarebbero equiparati a quelli internazionali e le regole di gestione sarebbero uguali dappertutto. In Italia il DDL Passigli vi cozzerebbe contro. Ma non è detto che il WIPO ce la faccia
Se adottata, i domini nazionali sarebbero equiparati a quelli internazionali e le regole di gestione sarebbero uguali dappertutto. In Italia il DDL Passigli vi cozzerebbe contro. Ma non è detto che il WIPO ce la faccia


Ginevra – Occorre portare le regole per le registrazioni dei domini a degli standard che consentano di evitare episodi di cybersquatting e offrano una garanzia agli operatori del settore e a chi registra i domini. Dunque occorre sottoporre i domini dei singoli paesi o delle isole alle stesse regole che sono alla base della gestione dei domini internazionali, come i.com o i.net.

Questa la rivoluzione che ieri ha ufficialmente proposto a Ginevra Francis Gurry, pezzo grosso dell’Organizzazione per la proprietà intellettuale (WIPO) in seno all’ONU. Il WIPO da molto tempo, come noto, si occupa della risoluzione di dispute riguardanti domini internazionali e i suoi arbitri hanno in molte occasioni deciso, nel giro di poche settimane, il passaggio di mano di domini attorno ai quali girano importanti interessi economici.

La proposta di Gurry rappresenta una rivoluzione che, se dovesse essere adottata, porterebbe ad una trasformazione radicale del mercato dei domini nazionali. Basti considerare, per l’Italia, che la parte più consistente del DDL cosiddetto “Passigli” sui domini, che il Parlamento rischia di approvare, si troverebbe in aperto conflitto con questa proposta. Ma lo stesso accadrebbe in Svezia, dove i domini.se sono affidati ai soli svedesi, o in Argentina, dove l’intera gestione è affidata al Governo.

Va detto che appare comunque difficile che la proposta-schock di Gurry possa trovare una calda accoglienza nei molti paesi che, come l’Italia, ritengono di dover e poter disporre in modo assoluto dei domini nazionali. Ma risposte ufficiali ancora non sono state comunicate.

Occorre anche ricordare che la questione è assolutamente complessa. Basti pensare che oggi sono 244 i domini nazionali, domini che obbediscono a regolamentazioni diverse, che vengono registrati da soggetti diversi in mercati diversi, che vengono offerti con modalità diversa a chi li registra e che escludono dal diritto alla registrazione tipologie diverse di soggetti… Per non parlare dei molti domini che sono affidati a società private che li “piazzano” in tutto il mondo con prezzi e modalità del tutto arbitrari.

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Pubblicato il
22 feb 2001
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