Il team del progetto Loon ha celebrato a modo suo il Moon Day, seppur con qualche giorno di ritardo, condividendo in un post ufficiale l’immagine allegata in apertura a questo articolo. I palloni aerostatici lanciati nella stratosfera sono rimasti in volo complessivamente per oltre un milione di ore, percorrendo in totale circa 40 milioni di chilometri: una distanza sufficiente per 100 viaggi andata e ritorno dalla Luna o per girare mille volte intorno alla Terra.
I palloni aerostatici di Loon
Un risultato importante per un gruppo che solo lo scorso anno è stato promosso da iniziativa sperimentale del laboratorio X di Google a vera e propria divisione della parent company Alphabet, ponendosi l’ambizioso obiettivo di fornire servizi di connettività dal cielo a quelle zone del pianeta ancora afflitte dalla piaga del digital divide. Su queste pagine abbiamo già scritto di quanto fatto ad esempio in Perù e nello Sri Lanka.
Un’IA per la danza stratosferica
Uno dei punti di forza della tecnologia impiegata è legato all’utilizzo di un’intelligenza artificiale in grado di sfruttare le correnti presenti nella stratosfera in modo da far viaggiare i palloni aerostatici senza un eccessivo dispendio di energia. Le unità vengono portate a un’altezza ottimale, solitamente compresa tra 15 e 21 Km dal suolo, poi è il vento a spingerli nella direzione desiderata.
Quella che il team di Loon chiama stratospheric dance è una danza stratosferica che richiede l’elaborazione di un grande quantitativo di informazioni e dati, sia provenienti da moduli e sensori presenti a bordo sia legati alle previsioni sugli spostamenti dei volumi d’aria in quota. Ogni fase operativa è comunque monitorata da un centro di controllo che vede un team di ingegneri al lavoro 24/47/365.
Ciò che è nato alcuni anni fa da un’idea del visionario Astro Teller e della sua squadra di innovatori ha oggi tutte le carte in regola per divenire un progetto commerciale, profittevole per il gruppo di Mountain View. A tal proposito si segnala l’accordo siglato a fine gennaio con la canadese Telesat per fornire a quest’ultima la tecnologia necessaria alla gestione dei satelliti in orbita.