Potrebbe dunque essere arrivata la fine per tutte le raccomandate cartacee del Belpaese. Il prossimo 26 aprile partirà la nota Posta Elettronica Certificata (PEC), come recentemente ri annunciato dal ministro per la Pubblica Amministrazione e l’Innovazione Renato Brunetta.
“Tutti i cittadini che lo vorranno – ha spiegato il ministro – potranno, presentandosi presso la rete delle poste con un documento di riconoscimento, ricevere gratuitamente un account di Posta Elettronica Certificata, che dà diritto di interloquire con la Pubblica Amministrazione”.
Brunetta aveva già annunciato a gennaio l’introduzione della PEC per tutti i professionisti, prevedendone inoltre per il successivo mese di febbraio la disponibilità per tutti i cittadini italiani maggiorenni. Con ritardo è stato ora sottolineato come si tratti dell’inizio di un nuovo mondo, con la fine delle code agli sportelli e la terminazione ultima delle raccomandate a mezzo cartaceo .
I cittadini del Belpaese avranno a disposizione un nuovo strumento per inviare una comune raccomandata con ricevuta di ritorno, dal momento in cui la PEC ha lo stesso valore legale. Gli utenti avranno inoltre il diritto di ricevere dalla Pubblica Amministrazione una risposta tramite lo stesso contesto elettronico . Contesto che potrebbe servire anche per ricevere chiarimenti sulle multe ricevute.
“Si, se uno le vuole così – ha continuato Brunetta – ma anche i chiarimenti e le risposte potranno essere richieste allo stesso modo, senza fare file. Pensateci un po’, è una grande cosa”. Ma due società – Lottomatica e Aruba – non sembrano aver voglia di condividere l’entusiasmo del ministro.
Alla fine di gennaio , il Dipartimento per la Digitalizzazione della pubblica amministrazione e l’Innovazione tecnologica (DDI) aveva annunciato la quasi vittoria del raggruppamento temporaneo di impresa costituito da Poste Italiane, Postecom e Telecom Italia . Che si sarebbe poi aggiudicato il bando da 50 milioni di euro per la concessione del servizio di Posta Elettronica Certificata.
Lottomatica e Aruba, sconfitte insieme all’operatore Fastweb, hanno ufficialmente contestato la vittoria, chiedendo il coinvolgimento dei giudici del Tar del Lazio. I due ricorrenti avrebbero chiesto l’annullamento dell’aggiudicazione , con il conseguente stop alla concessione dei vari indirizzi ai cittadini del Belpaese.