Red Hat rilascia Fedora 16 , nuova versione del sistema operativo conosciuta con il nome in codice “Verne” e dedicata al Dennis Ritchie, creatore del linguaggio C che contribuì anche alla nascita di Unix e scomparso da poco .
Fedora 16 utilizza il nuovo Kernel Linux 3.1 per migliorare ulteriormente le performance e allargare la compatibilità hardware, tra processori ARM e supporto al file system BTRSF. GRUB 2, boot loader più malleabile e maggiormente compatibile con architetture non x86, viene ora adottato come boot loader di default anche qui, in alternativa a GRUB Legacy.
Il sistema include l’update dell’interfaccia grafica KDE 4.7.2 e degli ambienti desktop più leggeri come LXDE e Xfce, ma quello utilizzato in maniera predefinita è comunque GNOME 3.2.1. La nuova GNOME Shell punta a migliorare l’accessibilità e strizza l’occhio ai tablet introducendo la possibilità di ampliare i metodi di input tramite una tastiera virtuale (eekboard) completamente personalizzabile.
Tra le altre caratteristiche della distribuzione Red Hat si segnala il supporto ai linguaggi Ada e D2, l’aggiornamento a Perl 5.14, oltre all’arrivo di ulteriori strumenti per cloud computing (OpenStack, Pacemaker-cloud, Aeolus Conductor ecc) e virtualizzazione (Virt-manage). Il numero di account utente possibili in un solo sistema operativo ora parte direttamente da 1000, mentre nelle precedenti versioni questo valore si fermava a 500.
Roberto Pulito