Chi l’avrebbe mai detto che i destini di Veoh e di Hulu si incrociassero nel modo in cui sta succedendo in questi giorni? Mentre Veoh si avvia lentamente ad un declino pari a quello vissuto da Joost , la famiglia Hulu si allarga, incorporando anche il canale americano ABC.
È da oggi, infatti, che sul sito di video streaming è possibile vedere alcune puntate della serie americana Grey’s Anatomy, trasmessa in tv dal canale ABC. Hulu, che negli ultimi due anni è diventato il terzo sito più popolare di video, ha annunciato di aver ricevuto da ABC il diritto di esclusiva per la trasmissione online degli show e, in cambio, di impegnarsi a cedere il 28% delle sue azioni al gruppo Disney-ABC Television Group.
Con l’arrivo di ABC, Hulu mette a disposizione degli utenti video di tutti i colossi televisivi statunitensi, esclusa la CBS, che continua ad utilizzare il suo canale di streaming TV.COM.
Potrebbe sembrare un grande momento per i siti che offrono servizi di videosharing, ma a quanto pare non lo è per tutti .
Dopo la trasformazione di Joost in una “white label video platform”, anche Veoh sembrerebbe vicina ad un fallimento .
Il problema sarebbe la mancanza di un’audience di consumatori in grado di bilanciare gli eccessivi costi dell’infrastruttura, che potrebbe costringere la società di San Diego a vendersi al miglior offerente. Già nel novembre dello scorso anno, l’allora presidente del consiglio di amministrazione, Steve Mitgang, aveva annunciato il licenziamento di 20 persone, il 18 per cento del totale dei dipendenti. Le visite al sito di video sharing sarebbero, inoltre, diminuite di oltre il 20 per cento negli ultimi mesi.
A complicare la situazione avrebbe contribuito anche la battaglia legale , cominciata due anni fa, che vede la società accusata di violazione del copyright da Universal Music Group.
A quanto pare, però, neanche YouTube se la passerebbe troppo bene. Secondo un recente studio , infatti, YouTube perderebbe circa 500 milioni di dollari l’anno. I ricavi di 240 milioni, quindi, non gli permetterebbero di bilanciare i costi sostenuti dalla società, che ancora tenta di monetizzare i video degli utenti, mentre si fanno largo le partnership con i tradizionali fornitori di contenuti.
Federica Ricca