Nella giornata di sabato è venuto a mancare Lou Ottens, all’età di 94 anni. La notizia è circolata solo oggi. A molti il nome non suggerirà nulla, ma tutti coloro con qualche primavera alle spalle dovrebbero prendere un minuto e togliersi idealmente il cappello, ringraziandolo per l’invenzione che l’ha reso celebre: la musicassetta. Classe 1926, ha trascorso la sua intera carriera professionale da ingegnere al servizio di Philips.
Lou Ottens (1926-2021): l’inventore della musicassetta
Nato nella cittadina olandese di Bellingwolde, ha mostrato un forte interesse nei confronti della tecnologia fin dai primi anni di vita. La pagina di Wikipedia a lui dedicata cita un aneddoto curioso: durante la seconda guerra mondiale costruì una radio dotata di un’antenna direzionale battezzata Germanenfilter in grado di aggirare le interferenze naziste e ricevere le trasmissioni di Radio Oranje.
Fornì il proprio contributo anche al processo di sviluppo che portò alla nascita del CD. Dopo la pensione è diventato Presidente della Dutch Association for Logistics Management.
La musicassetta nata da una sua idea all’inizio degli anni ’60 (fu presentata per la prima volta nel 1963 durante una fiera a Berlino) è rimasta sulla cresta dell’onda fino alla fine del secolo scorso come supporto per l’ascolto della musica, a casa e in movimento grazie a dispositivi come Walkman e mangianastri da automobile. Poi si è aperta l’epoca dei compact disc a cui sono seguiti gli MP3 e infine le piattaforme di streaming.
Curiosamente le cassette sono tornate a far registrare un forte interesse nel corso degli ultimi anni, così come 33 e 45 giri, spinte dal fascino del vintage. Ottens non era però un nostalgico, come si evince da una sua intervista rilasciata al quotidiano olandese NRC Handelsblad in cui non risparmia una stoccata ai cultori dei vinili.
Niente può eguagliare il suono del CD. È assolutamente privo di disturbi e rumori. Non ha mai funzionato con il nastro. Ho realizzato molti giradischi e so che la distorsione nel vinile è molto più elevata. Penso che le persone, principalmente, sentano ciò che vogliono sentire.