Una nuova legge approvata dallo Stato della Louisiana obbligherà i condannati per reati a sfondo sessuale a rivelare sui social network i propri precedenti.
D’altronde, è dal 2005 che negli Stati Uniti è online un sito che raccoglie i dati di tutti coloro che hanno scontato condanne per reati di natura sessuale: l’obiettivo è quelli di fungere da monito per i malintenzionati e da avvertimento per i cittadini che possono così evitare chi già li ha commessi .
Già lo Stato di New York, peraltro, aveva creato una sorta di gogna social-mediatica: aveva messo a disposizione di Facebook un’app con la localizzazione dei sex offender presenti nel registro delle autorità.
In generale, poi, diversi Stati a stelle e strisce stanno cercando di aggiungere interventi legati alle attività online dei condannati: in particolare le autorità avevano cercato di bandire a vita i sex offender dalle principali piattaforme social, così come dalle chat e dai servizi di messaggistica istantanea. Una misura, tuttavia, contro cui i condannati dello stato dell’Indiana, del Nebraska e della Louisiana avevano deciso di ricorrere in tribunale sulla base della violazione dei loro diritti costituzionali a protezione della libertà di espressione.
Forse per arginare questa denuncia, forse per munirsi di uno strumento alternativo di controllo nel caso in cui i giudici diano alla fine ragione ai sex offender riconoscendo loro il diritto di utilizzo dei social network, lo stato della Lousiana ha così pensato ad una sorta di gogna mediatica fai-da-te : i condannati per crimini sessuali dovranno “includere nel proprio profilo sui vari social network il fatto che sono molestatori o pedofili, nonché chiarire il reato per cui sono stati condannati, dove hanno commesso il fatto, un proprio identikit e il proprio indirizzo”.
In caso di mancata ottemperanza a tali obblighi, la nuova legge stabilisce una pena tra i 2 e i 10 anni di prigione (che diventano 5-20 in caso di ulteriori violazioni dopo la prima) ed una multa fino a mille dollari.
Facebook ha accolto con favore la novità, pur sottolineando come non avrà effetto sulla sua piattaforma in quanto le condizioni di utilizzo proibiscano già l’accesso ai sex offender .
Claudio Tamburrino