Il gruppo LulzSec è recentemente salito agli onori della cronaca per gli attacchi a Sony e Nintendo e l’annuncio della campagna soprannominata “Antisec” ( Operazione Anti-Security ) che la vede affiancata da Anonymous e contrapposta alle istituzioni: ma forse, visto anche che il panorama dell’undeground hacker non si è schierato completamente dalla sua parte, non sembrava poter arrivare a divulgare online informazioni personali degli agenti di polizia .
L’ultima azione della crew, infatti, ha stupito perché temeraria: ha scardinato i server del dipartimento di sicurezza pubblica dell’Arizona e messo online i dati personali, comprensivi di indirizzi e nomi, degli agenti di polizia, documenti riservati e email delle forze dell’ordine che presidiano le frontiere.
Una mossa ardita, perché toccare le forze dell’ordine significa alzare il livello dello scontro: per questo accanto al nome LulzSec si inizia ad evocare la parola “terroristi”.
Il gruppo ha d’altronde annunciato che programma di diffondere “altri documenti riservati e imbarazzanti dati personali di militari e forze dell’ordine ogni settimana, con l’obiettivo non solo di mostrare il loro razzismo e la loro corruzione, ma anche di sabotare i loro sforzi profusi nella propaganda del terrore”.
Il progetto di LulzSec, dunque, è ambizioso e potrebbe far dimenticare la recente offensiva che sembra aver subito da parte di un altro gruppo di hacker: “Il mondo degli hacker è unito e sta prendendo azioni dirette contro l’oppressore comune – il governo, le corporation, la polizia e i militari di tutto il mondo. Arrivederci e a presto. Molto presto!;D”.
Con un tweet hanno annunciato che vi saranno lunedì altre delazioni . Intanto tra le email delle autorità divulgate si leggono commenti razzisti e episodi di vari tipi di violenza verificatisi al confine con il Messico.
Oltre all’ambizione, poi, vi è nell’agire di LulzSec una sorta di strategia: l’Arizona è stata colpita per prima perché lì si sta dibattendo sulla legge SB1070 relativa ai poteri di controllo della polizia di dogana e accusata di razzismo: tale legge, in particolare, dà alla polizia il potere discrezionale di fermare qualsiasi sospetto di immigrazione clandestina.
Con l’attacco, insomma, LulzSec ha alzato il livello dello scontro, costretto i poliziotti del Dipartimento di sicurezza dell’Arizona a cambiare numero di telefono e sta aprendo alla possibilità di lasciare che le proprie azioni vengano etichettate come terrorismo, invocando un duro intervento da parte del Governo. Ma d’altra parte ha anche creato non pochi imbarazzi alle autorità. E magari guadagnato la simpatia di tutti coloro che osteggiavano la legge SB1070 e “la migra”, nomignolo spagnolo per le forze di polizia al confine tra Stati Uniti e Messico.
Claudio Tamburrino