A 50 anni di distanza da quel piccolo passo per l’uomo di Armstrong, la prima missione che ha portato il genere umano sulla Luna continua ad affascinare e ispirare. Lo fa oggi con gli artisti che parteciperanno al progetto #dearMoon di SpaceX così come ha fatto mezzo secolo fa con un gigante della cultura pop contemporanea: David Bowie.
Ground Control to Major Tom…
David Bowie e la Luna
C’è un sottile, ma tangibile filo conduttore che lega il Duca Bianco al nostro satellite. Un legame quasi invisibile, ma basta saper dove guardare osservarlo. Gli indizi sono distribuiti nelle sue opere e in quelle di chi lo ha seguito.
Space Oddity
La prima e più nota connessione è quella costituita dal brano Space Oddity. Pubblicato l’11 luglio 1969, pochi giorni prima che l’equipaggio dell’Apollo 11 lasciasse la piattaforma dello Kennedy Space Center per raggiungere la Luna, è il primo singolo del suo secondo lavoro in studio. Una ballata malinconica, che racconta dell’astronauta Major Tom alla deriva nello spazio, perso nelle profondità del cosmo e impossibilitato a comunicare con il Ground Control. A ispirare Bowie fu la visione di 2001: Odissea nello Spazio, capolavoro di Stanley Kubrick giunto in sala nel dicembre 1968.
Nel 2013 il comandante Chris Hadfield, prima di rientrare sulla Terra, proporrà il suo personale tributo al brano dai corridoi della Stazione Spaziale Internazionale.
Il ban della BBC
Nel momento in cui Neil Armstrong, Michael Collins e Buzz Aldrin partirono per la loro impresa, la BBC decise di censurare Space Oddity con tutta probabilità ritenendola non benaugurante per la riuscita della missione. Qualcuno però, curiosamente, negli studi dell’emittente britannica decise di usare proprio il brano come sottofondo per la copertura televisiva dell’allunaggio. Il ban cadde dopo il ritorno dei tre astronauti sulla Terra, il resto è storia.
Duncan Jones e Moon
Nel 2009 Sony Pictures porta in sala il film Moon, opera d’esordio del regista Duncan Jones. Un thriller ambientato nello spazio dall’atmosfera sci-fi che racconta la storia di un uomo isolato su una base lunare, vittima di allucinazioni e affiancato solo da un’intelligenza artificiale di nome GERTY. Dov’è il legame? Duncan Jones è il figlio primogenito di Bowie.
Giove Marte e oltre l’infinito
Prendiamo in prestito una delle sezioni del già citato 2001: Odissea nello spazio per quello che è l’omaggio di Elon Musk e della sua SpaceX al Duca Bianco: una Tesla Roadster con a bordo un manichino battezzato Starman (titolo di un altro celebre brano di Bowie) in viaggio verso Marte e oltre il pianeta rosso, con tanto di live streaming.
Nel giorno in cui si celebrano i 50 anni dall’allunaggio non si può non ricordare quale fu l’impatto di un tale evento non solo dal punto di vista scientifico e geopolitico (ci si trovava in piena Guerra Fredda e nel mezzo della corsa allo spazio), ma anche culturale. Il Major Tom di Bowie in viaggio verso le profondità dell’universo, accompagnato da un senso di abbandono e pace al tempo stesso, è metafora perfetta del confine da rompere, del limite da superare, del come per gettare lo sguardo al di là delle barriere e il cuore oltre l’ostacolo ci sia bisogno anche di quella sana follia che solo un grande artista possiede.