Risale al 2018 la prima prova del ghiaccio sulla Luna presente in alcuni crateri sulla parte nord e sud del satellite, tutt’ora intoccati dai raggi solari che altrimenti avrebbero già dovuto farla sciogliere. Se in effetti i poli della Luna sono protetti dai raggi solari, la stessa cosa non si può dire per i venti solari, che avrebbero già dovuto provvedere allo scioglimento.
La mancanza di uno scudo magnetico, lo stesso che protegge la Terra da questi venti solari, avrebbe dovuto portare all’erosione di questi ghiacci, che invece si trovano ancora nelle loro posizioni. L’unica plausibile spiegazione secondo questa ricerca, riguarderebbe comunque il campo magnetico, ma non nella sua forma originale.
Luna: anomalie magnetiche a salvaguardia del ghiaccio lunare
Sembra infatti che in quei crateri ci siano dei residui di campi magnetici, capaci di deflettere i venti solari e lasciare quindi intaccate le riserve di ghiaccio: la ricerca ha permesso di sovrapporre le anomalie magnetiche sulla mappa dei crateri lunari, e il risultato è stato alquanto particolare.
La coincidenza tra questi campi e i depositi di ghiaccio antico fanno pensare a tutti gli effetti che eventuali residui di campi magnetici – non forti quanto quello della Terra – riuscirebbero a evitare che la scarica di ioni intacchi il ghiaccio, lasciandolo quindi lì dove si trova, depositato nel cratere.
Ora resta da capire da dove provengano queste anomalie magnetiche: se infatti la proposta più accreditata riguarda una sorta di residuo del vecchio campo magnetico, il tutto potrebbe essere anche generato dall’impatto della Luna con altri corpi celesti, capaci di creare superfici di magma che, una volta raffreddate (per centinaia di anni) si sono magnetizzate permanentemente. Le risposte comunque potrebbero arrivare molto presto, visto l’arrivo futuro della missione Artemis che permetterà all’essere umano di rimettere piede sul suolo lunare dopo molti anni dalla prima volta.