Trascorso mezzo secolo dal Moon Day che ha visto Neil Armstrong compiere quel primo piccolo passo sul nostro satellite, la NASA accelera i piani per il ritorno sulla Luna, dove non vi è la presenza di un essere umano fin dal rientro dell’Apollo 17 nel 1972. Lo farà affidandosi alla tecnologia di Lockheed Martin, più nel dettaglio a quella del modulo Orion progettato dall’azienda statunitense per l’esplorazione dello spazio.
Lockheed Martin: moduli Orion per la NASA
L’agenzia americana ne ha ordinati diversi (il numero preciso, da 6 a 12, non è stato reso noto), come si legge in un comunicato diramato oggi. Le unità saranno consegnate entro il 2030, ma non bisognerà attendere così tanto per vederle in azione. Saranno infatti destinate al programma Artemis che mira a riportare il genere umano sul suolo lunare già entro i prossimi anni.
La firma del nuovo contratto porterà nelle casse di Lockheed Martin un totale pari a 2,7 miliardi di dollari per i tre moduli destinati alle missioni Artemis III, IV e V (per le I e II i lavori sono già stati avviati). Nel 2022 la NASA staccherà un ulteriore assegno da 1,9 miliardi di dollari per quelle da impiegare nelle missioni VI, VII e VIII. Costeranno meno poiché la previsione è quella di riutilizzare una parte delle componenti riportate sulla Terra.
Gli ingegneri di Lockheed Martin hanno progettato Orion non solo per coprire la distanza dal nostro pianeta al nostro satellite, ma anche come ambiente destinato a ospitare l’equipaggio per tutto il tempo della permanenza sulla Luna. L’obiettivo più di lungo termine è quello di arrivare su Marte: per quello serviranno più tempo e risorse. Una prospettiva sulla quale l’agenzia sta lavorando da tempo con l’iniziativa Moon to Mars.