L’ingresso sul mercato di Microsoft Vista non è stato tra i più trionfali, ed è vero che le critiche non sono mancate, ma molta è stata la confusione, un fatto per certi aspetti prevedibile .
A sostenere che attorno a Vista si sia man mano creata una cortina di nebbie che impediscono una chiara visione è Ars Technica , che scrive : “Tutto ciò è successo sinora e succederà ancora”. Una sorta di maledizione: all’uscita di Windows XP c’era chi storceva il naso sostenendo la stabilità ormai conclamata di Windows 2000 Professional, e anche in quel caso si parlò di estensione dei tempi di supporto dei Windows esistenti. Uno scenario visto e vissuto anche con XP all’arrivo di Windows Vista.
Confusione sui risultati e sull’appeal di Win Vista, dunque, che sarebbe stata alimentata, secondo l’autorevole pubblicazione statunitense, anche da certi strilli di stampa: i consumatori, al di là del gradimento personale di Vista, continuano in realtà ad acquistare qualunque sistema operativo sia preinstallato sui PC che scelgono. E non ci sono prove di ripensamenti di massa, di tonnellate di consumatori che scelgano il downgrade a Windows XP.
Il problema per Microsoft, dunque, non si troverebbe sul fronte dei consumatori quanto, eventualmente, sul fronte business: Microsoft stessa ha dichiarato che il grosso del fatturato su Vista arriva dalla clientela OEM e business. Come insegna Giovanni Battista Vico la storia si ripete: quando Windows 2000 Professional era diventato stabile al punto da essere adottato ampiamente come client universale in moltissime enterprise , l’arrivo di Windows XP ha scoraggiato molti System Administrator . È assai difficile convincere un direttore tecnico che ha appena portato a compimento un progetto di informatizzazione e sta solo da poco godendo di funzionalità, stabilità e affidabilità senza precedenti, a rimettere tutto in discussione perché “è uscito quello nuovo”.
In queste decisioni, estremamente delicate in ambito enterprise , le resistenze da vincere non riguardano semplici problematiche di driver incompatibili, di funzionalità rimosse o di novità più o meno utili, bensì abbracciano l’intero equilibrio di una grande struttura, business plan, resistenze culturali a livello di management.
Un’ultima cosa da notare è la contemporaneità delle fasi progettuali : quando è ufficialmente uscito Windows NT 4.0, Windows 2000 Professional era già in lavorazione e si cercava di dargli tutte le funzionalità di NT più le novità. Alla presentazione ufficiale di quest’ultimo, Windows XP era già nelle sale programmatori, “meglio e più di NT 4.0”. Quando XP è stato presentato, già si lavorava a Vista: “Come XP, senza i difetti di XP”. Ora che Vista è uscito, a Redmond si lavora su Windows 7. La tesi di Ars , dunque, è che occorra solo concedere al nuovo sistema il tempo necessario a non far rimpiangere quello precedente, proprio come accaduto con XP. Gli utenti Windows si preparino: Vista lo avranno , prima a casa e poi anche al lavoro.
Marco Valerio Principato