Roma – Credo ci sia qualcosa in più da dire sulla vorticosa crescita delle quote di mercato di Firefox, il browser di casa Mozilla. Si tratta di un’affermazione che dimostra un teorema poco frequentato ma assai importante, cioè che la qualità paga .
Non è un fatto da niente se si considera quanto Microsoft negli anni scorsi sia stata messa in croce, e non parlo solo dei malumori dei sostenitori del codice aperto ma anche di avvocati, tribunali e multe , perché ha integrato il suo browser Internet Explorer in Windows.
Quell’integrazione, che Microsoft ha sempre difeso come “innovazione”, è stata sventolata dai suoi competitor come la causa principale della vittoria del big di Redmond su un nome che un tempo era talmente legato al mondo dei browser da esserne sinonimo, quello di Netscape.
Senza entrare nei meandri dei processi a cui Microsoft è andata incontro, che hanno finito per riguardare anche molti altri elementi delle strategie dell’azienda, val la pena chiedersi se, a fronte dell’affermazione di Firefox, quanto dichiarato su Netscape a suo tempo avesse fondamento. E se, invece dell’integrazione in Windows, ciò che ha portato al dilagare di Explorer siano state le sue qualità , e tra queste anche il fatto che partiva come browser gratuito, scagliato contro un avversario, Netscape, che nasceva come software a pagamento. Il che presuppone diversi modelli di business che, sul lungo periodo, possono fare la differenza.
“Del senno di poi son piene le fosse”, è un detto antico e saggio. Però, dato che ormai la frittata è fatta e, soprattutto, si sono già spesi milioni di bit per parlarne, non credo faccia male qualche rigo in più per capire cosa è accaduto. Se oggi ci viene detto che Firefox, a poche settimane dal lancio , ha superato le 10 milioni di copie scaricate, allora ci troviamo dinanzi alla più importante smentita delle più oltranziste posizioni anti-Microsoft all’epoca del procedimento antitrust americano. Questo non vuol dire che quel procedimento fosse ingiusto, non ci penso nemmeno in questo spazio a tornare ancora una volta sull’argomento, dimostra solo come una delle più importanti tesi accusatorie fosse fallata.
Ma forse il fatto più importante, come accennavo, è un altro, ovvero che la qualità almeno in qualche occasione paga, fatto tutto meno che scontato nell’attuale mercato del software. Non può far che piacere l’emergere di un competitor così agguerrito per quel gigante che è Microsoft, perché questo dovrebbe portare a browser e strumenti web via via sempre migliori. E se ora inizia il secondo tempo della partita tra browser, per goderne appieno può essere utile riscrivere la cronaca del primo tempo e magari anche dare un’occhiata al verbale delle ammonizioni.
di S.M. vedi anche:
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