Dopo lunghe, accese polemiche e lo scrutinio attento da parte delle organizzazioni antitrust di qua e al di là dell’Atlantico, la fusione tra Sun e Oracle si avvia verso la finalizzazione quando tra pochi giorni l’Unione Europea avrà sciolto le sue ultime riserve dando il via libera all’operazione. Ma la discussione sulla validità dell’acquisizione (o la sua legittimità) continua con il contributo di due tra i principali protagonisti dell’avventura MySQL .
Sulle sorti del formato di database MySQL c’è insomma ancora confusione, qualcuno prova ad approfittarne approntando utilità per la migrazione facile e indolore a standard diversi e Michael Widenius, il “papà” di MySQL rincara la dose cercando la sponda delle autorità antitrust russe e cinesi. Widenius, che in un’intervista a Punto Informatico ha ribadito tutta la sua contrarietà al passaggio di mani del database, dice che se l’UE è intenzionata a non mettersi di traverso lo stesso potrebbero non fare le organizzazioni che operano a est.
Secondo Widenius, Russia e Cina sono “paesi forti, sicuri di sé e amichevoli nei confronti dell’open source e hanno tutto il diritto e l’opportunità di fare un lavoro migliore della UE su questa cosa”. Il creatore di MySQL non molla e continua a considerare Oracle come il diavolo con cui non si può scendere a patti , mentre un altro ex-founder della società MySQL AB, David Axmark, descrive uno scenario non altrettanto drastico e senza speranza.
Axmark è convinto del fatto che Oracle non abbia “alcuna ragione evidente per supportare MySQL”, perché la minima competizione che c’era tra i due interessi contrapposti stava crescendo e a Oracle di certo non converrebbe continuare su questa strada. Subito dopo Axmark aggiunge che, nonostante questa consapevolezza, dubita fortemente che Oracle si arrischierà a fare a pezzi MySQL facendo morire il progetto.
“Lo venderanno aggressivamente ad aziende a cui anche Oracle può vendere? Mai – continua Axmark – Danneggeranno gli attuali clienti MySQL? Probabilmente no. Non c’è molto denaro da ricavarci. Oracle otterrebbe un guadagno minimo spingendo gli attuali clienti MySQL verso prodotti più costosi. Bloccare il downgrade volontario dei clienti a un qualsiasi database open source costerebbe molto”. Per Axmark MySQL e l’ RDBMS di Oracle possono coesistere senza problemi perché si rivolgono a mercati differenti, e se fosse nei panni del management della società californiana lui spingerebbe ancora di più sull’adozione di MySQL da parte del web “dove Oracle non propone davvero nulla”. Più utenti, maggior sviluppo e perdite zero sui guadagni, vaticina l’ex-founder di MySQL AB.
Alfonso Maruccia