La musica online è bella bella bella, bella in modo assurdo. E i successi mietuti da iTunes, che ora è il secondo negozio di musica degli Stati Uniti preceduto solo da Wal-Mart, sono la dimostrazione di un trend. Questo il giudizio degli addetti ai lavori e degli esperti dei principali istituti di analisi di mercato, che indicano nella rete il futuro del commercio della musica con particolare attenzione ai social network.
A dimostrazione di quanto il web 2.0 vada d’accordo con questo tipo di business, dopo l’esplosione di Last.fm e imeem ora anche MySpace sarebbe pronta a darsi alla vendita di brani online : alcuni rumors suggeriscono che News Corp, l’azienda di Murdoch che possiede il social network, avrebbe avviato le trattative per mettere a disposizione dei suoi milioni di iscritti milioni di canzoni distribuite dalle quattro sorelle.
A coprire i costi ci dovrebbe pensare il revenue sharing sulla pubblicità, che finanzierebbe l’operazione sgravando il portafogli dei navigatori. Un’operazione simile a quella tentata sulla piattaforma HuLu dalle major del video, che consente la libera fruizione dei contenuti online al prezzo di qualche pubblicità : chi desiderasse, invece, possedere una copia personale e ad-free non dovrà fare altro che pagare quanto richiesto e scaricarla.
Una notizia che, se confermata, potrebbe senz’altro rimescolare le carte della vendita di musica online . Sebbene “MySpace sia un po’ in ritardo” secondo il co-fondatore di Last.fm Martin Stiksel, il colosso da 70 milioni di utenti “sarebbe una forza con la quale tutti sarebbero costretti a confrontarsi”. E quel “tutti” non si riferisce solo ai social network, ma soprattutto ad Apple che per l’analista di NPD Russ Crupnick “nessuno fino ad oggi è riuscito a contrastare sul serio”.
Per Crupnick l’enorme vantaggio di iTunes è il legame strettissimo con il successo dell’iPod : “difficile separare il dispositivo dal suo ecosistema – spiega – un legame che frutta bene soprattutto tra i più giovani”. Sui social network, d’altra parte, il continuo confronto tra playlist di amici e parenti genera nuove occasioni per la vendita di brani musicali, e la stessa Apple potrebbe avvantaggiarsi di questo circolo virtuoso.
Nei progetti di MySpace, infatti, ci potrebbe essere anche un meccanismo di vendita “ceduti a terzi”: chi scegliesse di acquistare potrebbe essere dirottato su uno store come iTunes o Amazon MP3, che provvederebbe in seguito a riconoscere una percentuale sulla vendita. E con Amazon sempre più lanciata sull’interoperabilità, con il client Linux e con l’ampliamento del catalogo DRM-free ci potrebbero anche essere delle sorprese su chi si accaparrerà questo potenziale bacino di utenti.
Se il mercato delle vendite dovesse inoltre subire un rallentamento a causa di tutta questa musica gratis, per major e artisti potrebbe non essere un problema gravissimo. Per Stiksel, il meccanismo di musica “sponsorizzata” dalla pubblicità è l’autentico futuro del panorama dell’intrattenimento: “Quando compri un CD, l’artista e l’etichetta vengono pagati una volta – spiega – mentre su Last.fm, la musica produce utili ogni volta che qualcuno preme play “. Un buon antidoto alla pirateria .
Luca Annunziata