Roma – Gentile Redazione, sono da anni un attento lettore del vostro quotidiano e vorrei porvi una domanda molto semplice. Perchè lo spamming via e-mail è illegale mentre la medesima attività su carta fisica è un business? Poste Italiane offre un servizio a pagamento che consente l’invio automatico, su larga scala, di messaggi tra loro identici e non richiesti; non si tratta forse di spamming?
Perché la mia cassetta delle lettere (quella fisica, quella di legno, giù, in portineria) si può riempire di inutile spazzatura (il cui smaltimento, peraltro, non è gratuito come un click) senza che il garante sulla privacy abbia nulla da ridire?
Forse sono un po’ in controtendenza, ma credo che, ancora una volta, si stia demonizzando il “media Internet” per le sue oscure e dannose controindicazioni, perdendo completamente di vista quelli che dovrebbero essere oggettivi parametri di valutazione e confronto con ciò che da sempre avviene nel “mondo fisico”.
Per concludere, ricordo che mia nonna, 30 anni fa, si lamentava della continua pubblicità non richiesta che si trovava in casella, stigmatizzando con la tipica frase di chi è sopravvissuto a 2 guerre mondiali: “quanto inutile spreco di denaro!”.
Grazie per l’attenzione e cordiali saluti,
Alberto C.
Gentile Alberto
il servizio offerto dalle Poste trascende esplicitamente il trattamento dei dati da parte delle società clienti; non solo, trattandosi di un servizio fondato sulla posta tradizionale, come già chiarito dal Garante, non si può parlare di spam, ossia di abuso dei dati personali ai fini dell’inoltro di una comunicazione elettronica con finalità commerciali.
Il servizio è del tutto legittimo, dunque, sebbene questo non cancelli il fastidio che molti provano nel dover avere a che fare con tanta pubblicità fisica, il cui invio è peraltro assai più costoso per chi lo pratica di quanto non sia la spedizione in massa di email, quelle sì, spesso, abusive.
Ciao, a presto, la Redazione