Una macchia solare morta è esplosa due giorni fa sul Sole, innescando un’espulsione di massa coronale diretta verso la Terra, che “impatterà” il 14 aprile e che porterà intense aurore boreali nell’atmosfera alta della Terra. La macchia solare in questione è stata chiamata AR2987, e come una bolla è esplosa innescando l’evento.
Con macchie solari intendiamo regioni scure sulla superficie del sole, causate da un intenso flusso magnetico dall’interno della stella. La Regione Attiva AR2987, che da tempo era ormai considerata morta, ha ufficialmente ripreso vigore con conseguente flare.
Macchia solare morta esplode: arriverà sulla Terra il 14 aprile
Nessun pericolo ovviamente per l’impatto con la Terra dell’espulsione avvenuta, in quanto il campo magnetico terrestre si pone da schermo per proteggere ciò che c’è sotto. Il brillamento avvenuto alle ore 7:21 di mattina di due giorni fa è stato definito di classe C, quindi rientra in quelli “comuni”.
Quando avviene un brillamento di classe C, raramente avvengono eventi di CME (espulsione di massa coronale), e quando ci sono, sono davvero flebili: a prescindere dall’intensità, quando questi venti solari impattano la Terra, le particelle cariche viaggiano lungo le linee magnetiche, innescando eventi di aurora. Tendenzialmente questi hanno una frequenza maggiore ai poli del globo terrestre, ma nel caso di forti venti solari – come successo a marzo – la visibilità arriva fino ai paesi più vicini all’equatore.
Il lato negativo di questi venti solari però risiede nella loro carica elettrica e magnetica: l’arrivo di tali CME porta spesso problemi ai satelliti, che per quei momenti potrebbero avere dei valori fuori dalla norma, portando quindi delle variazioni sui risultati (come avviene con il GPS). Un’altra possibile conseguenza riguarda le linee elettriche, che potrebbero subire delle lievi fluttuazioni durante il momento dell’impatto del vento solare con la Terra, ma nulla di cui preoccuparsi visto che questo caso rientra in un G1 (tempesta geomagnetica minore).