Era il gennaio del 1984 , c’era il SuperBowl (la finale del campionato USA di football americano) in TV e, come di consueto, per lo stacco pubblicitario diverse aziende avevano preparato i loro migliori spot per mandarli in onda in quel seguitissimo e costosissimo intervallo. Tra queste c’era una azienda di computer in crescita, che aveva già piazzato un paio di successi commerciali ma che nell’ultimo periodo aveva anche raccolto qualche fallimento : era Apple Computer.
Dopo il lancio fenomenale di Apple II nel 1977, l’azienda fondata da Jobs e Wozniak (con il contributo oscuro di Ron Wayne) si apprestava a lanciare il primo personal computer dotato di mouse e interfaccia grafica a finestre pensato per le masse: era il Macintosh. Per presentarlo aveva ingaggiato il già celebre regista britannico Ridley Scott , a cui venne affidata la direzione di uno spot che è passato alla storia: una bionda e giovane donna spazzava via a colpi di martello l’immagine gigantesca del Grande Fratello.
L’idea, si racconta, era stata di Jobs e – manco a dirlo – il Grande Fratello era quello che all’epoca Apple Computer giudicava il suo acerrimo nemico: IBM. Negli anni le cose sono poi gradualmente cambiate, anzi per molti anni i Mac hanno funzionato grazie a un chip prodotto dalla stessa Big Blue. La peculiarità del Mac è forse proprio questa: è passato indenne attraverso 25 anni, conservando intatto il suo spirito innovatore, e reincarnandosi di volta in volta per accogliere evoluzioni dell’industria dell’hardware e del software.
Oggi il Macintosh è solo una parte degli affari multimiliardari di un’azienda che si chiama Apple soltanto, e che ha abbandonato la parola Computer qualche anno addietro. Al Mac spetta ancora il compito, che piaccia o meno ai suoi detrattori, di costituire il punto di riferimento per l’estetica e la funzionalità di tutti i PC prodotti al mondo: succede con Linux, con il patron di Canonical che punta alla funzionalità e alla semplicità dell’interfaccia di Mac OS , e succede con Windows che, nella beta di Seven, adotta una nuova barra delle applicazioni che ricorda per certi versi il Dock di OSX.
Il Mac era stato ideato nel 1979, ma occorsero 5 anni di sviluppo per arrivare sugli scaffali dei negozi. Doveva costare 500 dollari, finì per essere commercializzato ad un prezzo di poco inferiore ai 2.500. Montava un processore della serie 68k di Motorola da 8MHz, 128KB di RAM (espandibili fino a 512KB), un floppy da 3.5 pollici e incorporava in un piccolo châssis un monitor da 9 pollici in bianco e nero. Compresi nel prezzo c’erano pure MacWrite e MacPaint. Da allora si sono succedute molte versioni , alcune con più successo di altre: tutte o quasi tutte sono comunque sempre riuscite a ritagliarsi uno spazio nel cuore degli appassionati del marchio di Cupertino.