Cupertino (USA) – E ‘ fatta: MacOS X è finalmente una realtà. Dopo ritardi interminabili e mille peripezie, Apple giovedì ha annunciato il rilascio della versione “gold master” del suo nuovo sistemone e l’avvio dello stesso verso la produzione in serie.
Il rilascio di questa Release to Manufacturing appare sufficientemente in anticipo sulla data di uscita, fissata per il 24 marzo, ed è dunque lecito attendersi che per il gran giorno saranno in pochi a restare a bocca asciutta.
MacOS X, come già noto, avrà un prezzo consigliato di 129$ e sarà disponibile attraverso gli Apple Store o qualsiasi rivenditore autorizzato Apple. La pre-installazione del sistema operativo sui prodotti Macintosh non avverrà invece prima dell’estate.
Apple dichiara che MacOS X potrà girare sulla quasi totalità delle sue macchine più recenti – iMac, iBook, Power Mac G3, Power Mac G4, Power Mac G4 Cube e sui PowerBook introdotti dopo il settembre 1998 – a patto di possedere 128 MB RAM, il quantitativo minimo di memoria indicato da Apple per far girare il nuovo sistema operativo.
MacOS X è costruito attorno ad un cuore open source, Darwin, basato principalmente sul kernel Unix di FreeBSD, con il quale peraltro mantiene una stretta compatibilità. Darwin, di cui è stato rilasciato un porting anche per processori Intel x86, offre tutte le funzionalità dei sistemi operativi più avanzati, fra cui memoria protetta, multitasking a prelazione e multiprocessing simmetrico (sfruttabile con i Power Mac G4 dual processor).
Il motore grafico di Mac OS X è costituito per la parte 2D dalla nuova tecnologia Quartz 2D di Apple, basata sullo standard Internet Portable Document Format (PDF), che permetterà agli utenti di MacOS X di lavorare nativamente con questo tipo di formato (da qualsiasi applicazione sarà ad esempio possibile scegliere di salvare il documento in PDF).
Per la parte 3D, il sistema operativo si appoggia invece alle ben note librerie grafiche OpenGL, un fattore che dovrebbe agevolare in modo particolare il porting o lo sviluppo nativo di videogiochi. Infine il cuore della sezione multimediale non poteva che essere QuickTime, tecnologia che al pari del Windows Media di Microsoft consente di riprodurre streaming audio e video off-line e on-line.
In MacOS X si trova anche una nuova interfaccia utente, Aqua, sviluppata da Apple per fornire la massima facilità d’uso unita ad un’ottima funzionalità. Fra le novità più in vista c’è il “dock”, una barra che serve ad organizzare applicazioni, documenti e finestre, e lanciarle con un solo click del mouse: da qui è anche possibile accedere direttamente a tutte le preferenze del sistema, che sono raccolte in un unico e comodo pannello.
La scorsa settimana fonti vicine ad Apple hanno divulgato la notizia secondo cui questa prima versione finale del MacOS X sarà priva di alcune funzionalità, e non tutte esattamente secondarie: fa queste si è citato il supporto in lettura/scrittura ai DVD e alcune funzionalità legate ai notebook, fra cui la gestione dei consumi.
Non è neppure ancora certa l’integrazione, in questa prima edizione del sistema, dei software iTunes, iDVD ed iMovie: si saprà qualcosa di più alla conferenza stampa che Apple ha organizzato per il 21 marzo, tre giorni prima dell'”ora X”.
L’unica cosa che in questi giorni i portavoce di Apple hanno confermato è che il supporto per i DVD sarà “incompleto”, senza peraltro specificare cosa mancherà di preciso e se sarà possibile o meno leggere DVD dati o riprodurre film.
Le stesse fonti sostengono che le funzionalità che Apple non ha fatto in tempo ad includere in questa versione di MacOS X verranno rese disponibili questa estate, quando la casa della mela inizierà a pre-installare sui Mac una nuova revisione dell’OS chiamata con il nome in codice “Puma”.
Fra le altre “lacune” di questo MacOS X debuttante vi sarebbe poi il supporto ancora incompleto al multiprocessing e alle nuove schede grafiche, come il GeForce 3 e il Radeon. Non mancherebbe poi anche qualche bachetto dell’ultim’ora, problemucci comunque non gravi che Apple pare abbia intenzione di correggere in versioni successive del software.