Roma – Domani, sabato 24 marzo, è il gran giorno. Dopo anni di onorato servizio il buon vecchio Mac OS compie quel salto generazionale che Apple prometteva ormai da anni e che oggi, finalmente, arriva con Mac OS X (dove “X” sta per “10”).
“Questo è il software più importante di Apple fin dal sistema operativo originale del Macintosh rilasciato nel 1984”, ha detto Steve Jobs, CEO di Apple, durante una recente conferenza stampa. “Quello che noi abbiamo fatto è stato costruire una piattaforma per i prossimi 15 anni, e questo non è stato facile.”
La strada per arrivare a Mac OS X è stata lunga e travagliata. Molti ricorderanno il fallimento di diversi progetti, fra cui quello con IBM, conosciuto come Copland, cancellato da Apple proprio nel ’96 quando, con l’acquisto di Next, iniziarono i lavori su Mac OS X.
Jobs preferisce però non rivangare il passato e, pensando al futuro, afferma invece che “Mac OS X è qui ed è intenzionato a rimanerci per un bel po’ di tempo”.
La mezzanotte di sabato scoccherà dunque l’ora X. Una portavoce di Apple ha comunicato a Punto Informatico che Mac OS X si potrà acquistare in Italia al prezzo ufficiale di 239.000 (*) lire IVA inclusa attraverso i rivenditori autorizzati, di cui qui si trova una lista costantemente aggiornata di quelli che parteciperanno alla campagna di lancio: alcuni di questi, per l’occasione, terranno le saracinesche aperte fino ad ora tarda.
* NOTA : oggi, venerdì 23 marzo, la stessa portavoce di Apple contattata ieri ci ha segnalato che il prezzo ufficiale di Mac OS X è stato aggiornato a 299.000 lire IVA inclusa, dunque in accordo con quanto riportato su Apple Store.
La stessa portavoce non ci ha però saputo spiegare il motivo per cui, presso l’ Apple Store , il prezzo indicato sia ancora (giovedì sera) di 299.000 lire IVA inclusa (e con spese di spedizione gratuite).
All’interno della scatola vi saranno 3 CD: uno contenente Mac OS X, uno Mac OS 9.1 ed uno Mac OS X Developer Tools CD. Quest’ultimo è un package destinato agli sviluppatori e contenente diversi strumenti in grado di aiutarli nella creazione di applicativi per il nuovo sistema operativo.
Pare che diversi rivenditori di prodotti Apple abbiano anticipato la vendita di MacOS X di alcuni giorni, incorrendo nelle ire di Jobs. Le prime consegne sono infatti state eseguite all’inizio della settimana in lotti di 250 copie.
La configurazione minima per installare il sistema operativo parla di 128 MB di RAM e di un sistema Apple fra questi: iMac, iBook, Power Macintosh G3, Power Mac G4, Power Mac G4 Cube, PowerBook G4 e PowerBook G3. Per quanto riguarda questi ultimi, Apple ha recentemente specificato che sono tutti supportati tranne i primi G3 250 (PB3400) e i modelli aggiornati ai processori PowerPC.
Mac OS X, di cui qui è possibile trovare un’estrema sintesi delle tecnologie chiave, arriva corredato da novità importanti, come QuickTime 5, l’integrazione nel sistema del servizio iTools, il supporto multiprocessore e quello verso la piattaforma Java 2 di Sun.
Il supporto all’hardware esistente è buono, comprendendo una vasta gamma di periferiche USB e FireWire, modem xDSL, memorie di massa, schede PCI, videocamere e macchine fotografiche digitali e le più comuni stampanti ink-jet di Epson e HP.
La versione di Mac OS X che arriverà sabato nei negozi mancherà però di alcune funzionalità chiave, fra cui il supporto per le unità CD-RW, DVD e DVD-R. Questo significa che fino a che non verranno rilasciati i driver necessari non sarà possibile né leggere né scrivere DVD e neppure masterizzare CD.
Jobs ha però promesso che queste funzionalità non si faranno attendere troppo: il supporto alla scrittura su CD verrà rilasciato il prossimo mese con una versione aggiornata di DiscBurner, mentre il supporto alla riproduzione dei DVD arriverà poco dopo, con una nuova versione di iTunes.
Fra le lacune di questa versione vi è anche l’impossibilità di sincronizzare gli handheld con il proprio desktop, il supporto ancora parziale agli acceleratori grafici di nuova generazione e per la gestione dei consumi.
Alla luce delle “lacune” di questa versione di Mac OS X, la scelta di Apple di includere nella scatola del nuovo OS anche un CD contenente Mac OS 9.1 trova dunque piena giustificazione: in questo modo gli utenti potranno infatti non soltanto leggere e scrivere CD e DVD, ma avranno pieno accesso a tutto l’attuale parco software.
Nonostante Mac OS X sia infatti dotato della modalità “Classic”, in cui è possibile far girare la stragrande maggioranza degli attuali software (e, pare, ad una velocità addirittura superiore a quella originale), diversi tester si sono lamentati del fatto che alcuni applicativi, soprattutto quelli che accedono direttamente all’hardware, presentano non pochi problemi.
Sul fronte del software Jobs si è però detto molto ottimista. Fra le buone notizie c’è che il giorno del lancio di Mac OS X, Apple rilascerà come download gratuito tre software chiave come iMovie 2, iTunes e un’anteprima di AppleWorks 6.1. Nella sezione “downloads” dell’home page di Mac OS X al momento sono presenti 22 software che, a detta di Jobs, dovrebbero passare a 350 già partire da sabato.
Fra i software già disponibili si trovano ICQ, Cinema 4D Beta, Sound Studio, SETI@Home, Real Basic e Quake 3.
Entro l’estate dovrebbero poi arrivare le versioni Mac OS X di applicativi come Dreamwaver e Freehand di Macromedia e Quark XPress e, fra l’estate e il prossimo inverno, è attesa una “valanga” – come l’ha definita Jobs – di software naturalizzati per il nuovo sistema operativo.
Jobs si è detto convinto che Mac OS X abbia ottime opportunità anche nel mondo aziendale, e questo grazie soprattutto al suo “cuore” Unix e al supporto nativo verso Java.
“Stiamo osservando un discreto interesse, da parte degli sviluppatori, alla stretta integrazione in Mac OS X della tecnologia Unix e di quella Java”, ha affermato Jobs. “Grazie alla nostra base di utenti, Apple diverrà il più grosso fornitore di Unix entro la fine dell’anno”.
Jobs ha poi detto che hanno già mostrato moltissimo interesse al nuovo sistema operativo diversi enti e aziende che operano nel campo delle biotecnologie e in quello accademico. Sempre secondo il boss di Apple, Mac OS X non potrà poi che rafforzare la presenza della storica azienda nel settore educational e del design/desktop publishing, due mercati da sempre molto favorevoli alla casa della mela.
Client Richardson, dirigente Apple, sostiene che sarebbero state oltre 30.000 le versioni di Mac OS X beta scaricate da sviluppatori e 20.000 i CD di OS X completi degli strumenti di sviluppo già spediti agli sviluppatori durante l'”Apple developer program”.
Con Mac OS X, Apple punterà molto più seriamente di quanto non abbia fatto fino ad oggi al mercato enterprise, fornendo soluzioni che possano entrare in diretta concorrenza con quelle basate su Windows NT/2000. A questo proposito Apple ha già stretto accordi con Oracle, Novell, PeopleSoft e Borland, quest’ultima impegnata nel porting del JBuilder su Mac OS X.
Naturalmente le nuove e spiccate attitudini aziendali di Mac OS X derivano in larga parte dal kernel Unix (Darwin), derivato a sua volta da FreeBSD, che fornisce a questo sistema la stabilità e l’affidabilità necessaria per entrare a testa alta in settori dove oggi dominano i sistemi Unix/Linux e Windows NT/2000.
“Unix è installato in oltre il 70% dei grossi sistemi informatici”, ha ricordato Jobs, sostenendo poi che quello di Unix è ancora “il kernel più scalabile, affidabile e aperto”.