Roma – Mac OS X comincia a farsi notare, e non soltanto dal pubblico degli utenti Mac, ma anche dagli hacker. E’ questo un prezzo che ogni sistema operativo che ambisce al successo prima o poi deve pagare.
E così, a pochi mesi dall’inizio della sua avventura sul mercato, sulle mailing list di sicurezza dedicate a Mac OS X iniziano a spuntare le prime vulnerabilità: problemucci per il momento di minor conto, vista la giovane età di questo sistema operativo, la sua ancor scarsa diffusione e la quasi totale assenza dal mercato server.
Tuttavia, considerate anche le ambizioni che Apple ripone in Mac OS X Server, alcuni esperti di sicurezza hanno spronato l’Azienda ad occuparsi da subito, e molto seriamente, della sicurezza di questo nuovo parente di Unix.
Apple ha risposto a questi solleciti dando vita ad un team interno dedicato esclusivamente alla sicurezza di Mac OS X, un gruppo di esperti che lavorerà fianco a fianco con il nucleo di sviluppatori di FreeBSD, sul cui kernel Mac OS X è per la gran parte basato, e con cui nel recente passato ha già fronteggiato una falla di sicurezza comune ai due sistemi operativi.
Sulla base dell’esperienza mutuata dai sistemi operativi concorrenti, Apple ha fatto in modo che, al momento dell’installazione, Mac OS X disabiliti tutti i servizi di rete non necessari, come il server Web e FTP: in questo modo si minimizzano i rischi di attacco.
Non c’è dubbio che nel prossimo futuro, anche per Mac OS X Apple dovrà cominciare a dedicare più spazio alla sicurezza e rilasciare patch in tempi più brevi, due servizi che diverranno importanti soprattutto in vista del diffondersi di Mac OS X presso una sempre più vasta schiera di utenti Mac e, in un futuro ancora lontano, sul mercato dei server.