Era costruito con appena 5.800 linee di Pascal, accoppiate a poco più di 3.500 linee di Assembly: il tutto veniva messo insieme in un eseguibile da 0,05MB , piccolo abbastanza da venir caricato in una memoria da 128KB come quella del primo Macintosh (che montava un processore da 8MHz). Ora il codice di MacPaint è stato donato da Apple al Computer History Museum di Mountain View, e descritto dall’istituzione museale come “una combinazione di brillante design software unito a un design hardware altrettanto brillante”.
L’autore di MacPaint (e della libreria abbinata QuickDraw, anch’essa resa disponibile coi sorgenti) è Bill Atkinson : aveva lavorato al progetto Lisa (il PC sviluppato da Jobs prima del Macintosh, costoso e rivelatosi un fallimento commerciale), aveva già sviluppato una applicazione simile per quella piattaforma. Dentro MacPaint Atkinson infilò alcuni degli strumenti divenuti negli anni un classico della grafica digitale : Lasso , Paint Bucket , Fat Bits , la riga tratteggiata e animata che delimita una selezione (“draw ants”) che secondo gli aneddoti sarebbe stata ispirata da un cartellone pubblicitario di una birra.
Scorrendo il codice, una cosa salta agli occhi: pur restando una lettura riservata agli addetti ai lavori, è evidente lo sforzo impiegato da Atkinson per cercare di rendere chiaro e scorrevole il tutto, in modo da garantire facilità di lettura e di intervento sul codice anche da parte di altri programmatori. Non a caso in seguito il programmatore si sarebbe affrancato da questa professione, e avrebbe seguito la sua vocazione di artista che continua ancora oggi.
MacPaint era inclusa tra le applicazioni disponibile nel primo Macintosh , messo in commercio nel gennaio 1984. Sarebbe stata sviluppata da Apple, e in seguito dalla sussidiaria Claris, fino al 1988. Venne dichiarata fuori produzione nel 1998. Bill Atkinson è oggi un affermato fotografo naturalistico.
Luca Annunziata
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