I tempi in cui gli artisti inviavano demo alle case discografiche, nella speranza d’ottenere un contratto, sembrano giunti alla fine. Non perché YouTube o MySpace permettono di distribuire contenuti a chiunque, ma perché alcuni grandi nomi dello showbusiness hanno iniziato a credere nel potenziale degli artisti, spesso sconosciuti, che s’incamminano verso la notorietà passando per Internet.
Parlophone , etichetta di proprietà del gruppo EMI e “casa” di grandi nomi come Paul McCartney, Norah Jones e Radiohead, sta per aprire un portale online per aspiranti rockstar. Attraverso un apposito software, gli artisti indipendenti potranno partecipare ad un processo di cosiddetto “talent scouting”.
“Vogliamo ottenere un’alta efficienza nel processo di scoperta dei talenti emergenti”, ha detto Nigel Coxon, CEO di Parlophone, in un comunicato stampa. “Il nuovo sistema che stiamo progettando ci permette di dare la possibilità e la visibilità necessaria a chiunque voglia far sentire le proprie composizioni”, ha aggiunto. È quindi ufficiale: niente CD dentro lettere o caselle postali intasate da nastri, ma una sorta di social network dove gli ascoltatori potranno recensire online le nuove promesse della musica contemporanea.
Il cambio di paradigma nel talent scouting potrà imprimere un grande cambiamento in tutta l’industria del settore, sperano i portavoce di EMI. Da sempre, peraltro, alla ricerca di nuovi talenti sono dedicate importanti risorse finanziarie che, in questo modo, potrebbero essere ridimensionate.
Il vento del cambiamento sta interessando anche il recruiting ad Hollywood: la United Talent Agency , una delle più importanti compagnie di Los Angeles interamente dedicate alla ricerca di nuove star per il piccolo e grande schermo, ha annunciato che vuole approfittare di Internet per scoprire registi e videoproduttori con le carte in regola per entrare nel jet set .
I fattori determinanti, anche in questo caso, sono il successo e la popolarità raggiunti dalle aziende che operano nel settore dei nuovi media. “Siamo in un momento assai delicato, dove bisogna rischiare”, ha detto Brent Weinstein, direttore della divisione Internet di UTA. “Vogliamo sfruttare il talento degli artisti che si dedicano alla produzione di contenuti specifici per il Web”, ha poi dichiarato in un’intervista rilasciata al New York Times .
La nuova agenzia online dovrà far fruttare i migliori elementi che l’ondata del fai da te multimediale ha contribuito a plasmare. “Anche perché”, come ha sottolineato uno dei responsabili di UTA, “quando un portale come YouTube viene acquistato da Google per 1,6 miliardi di dollari ed ha costruito il suo successo sui video prodotti dagli utenti, anche questi ultimi hanno bisogno di una possibilità per guadagnare qualche soldo”.
Tommaso Lombardi