Mountain View (USA) – Google si prepara ufficialmente a trasformarsi in una sorta di consulente per quei webmaster che abbiano difficoltà a mantenere “puliti” i propri spazi web e che siano stati colti in fallo dai sistemi di rilevazione a cui si affida il motore di ricerca.
Come riporta IDG , infatti, Google ha aggiornato le proprie policy che ora prevedono di avvertire quei webmaster che inconsapevolmente diffondano malware dai propri siti , specificando anche nel dettaglio cosa è stato trovato nella rilevazione di BigG e su quali pagine è stato individuato.
Fino ad oggi, come noto, Google si è limitato a sfruttare i servizi dei partner di StopBadware per avvertire gli utenti dei propri sistemi di ricerca che certi siti linkati nei suoi indici contengono codice potenzialmente dannoso, invitandoli così a cambiare destinazione. Una misura controversa che Google ritiene necessaria per contribuire a ridurre il malware circolante .
Della novità si parla sul Google Webmaster Blog dove si spiega che ora ai webmaster i cui siti siano considerati pericolosi, viene notificata una URL di esempio. “Questo – spiega Phil Harton sul Google blog – può aiutare quando i contenuti malevoli sono difficili da trovare”. L’esempio è quello di un sito compromesso sul quale sia stato pubblicato un iframe da un pixel, un oggetto difficile da trovare per i meno esperti ma capace, ad esempio, di far scaricare automaticamente del malware da un sito terzo. “Fornendo URL di esempio – sostiene Harton – i webmaster sono un passo più vicini a capire il problema e a riportare in sicurezza i propri siti”.
Non è detto che Google riesca a contattare effettivamente i webmaster. L’azienda spiega che, in assenza di un sistema perfetto per individuare l’indirizzo di chi gestisce il sito, la segnalazione viene inviata ad indirizzi che sono probabilmente attivi per il dominio di riferimento (come webmaster@, admin@ etc). In futuro le cose potranno cambiare se, come spera Google, tutti i webmaster si registreranno al suo servizio di notifiche per webmaster.