Londra – Non si farà in tempo ad accordarsi via SMS per un pranzo in centro, che un trillo del telefonino avvertirà dell’apertura di un nuovo ristorante, proprio nella zona prevista per l’incontro. La tecnologia per consentire agli inserzionisti di intrufolarsi nella vita degli utenti di telefonia mobile già esiste: ne parla Times Online , che fa riferimento a Motorola come una delle aziende che ha già predisposto di monitorare le comunicazioni dei propri utenti per rivendere gustosi dettagli sulle loro abitudini a terze parti .
Il software sviluppato da Motorola è già in grado di analizzare gli SMS – e in un prossimo futuro vigilerà anche sulle telefonate – alla ricerca di parole chiave e di informazioni sui consumatori, da girare agli inserzionisti: “Abbiamo sviluppato una tecnologia che ci permette di cercare e di comprendere non solo dove una persona si trovi, ma anche quali siano i suoi interessi”, ha spiegato Kenneth Keller, a capo del marketing del colosso della telefonia. Così, i dati di coloro che a mezzo telefonino si lamentano delle asperità meteorologiche dell’inverno oltremanica potrebbero essere rivenduti alla grande distribuzione organizzata, che non vede l’ora di poter presentare all’utente infreddolito che muove nei dintorni del punto vendita la proposta di “equipaggiamento antifreddo” a prezzi da brivido.
Che il malcelato sogno dell’industria di distribuire pubblicità personalizzata si stia concretizzando online, lo dimostrano le recenti mosse di MySpace, che ha trasformato i profili degli utenti in profili di consumatori, e le controverse dichiarazioni di Google, che aveva annunciato di poter vaticinare il futuro dei netizen , magari a partire dalla profilazione della psicologia degli avatar che operano nei metamondi.
Ma anche l’ambito delle comunicazioni telefoniche sembra prestarsi all’advertising mirato: ThePudding già intercetta telefonate VoIP e risputa nell’interfaccia utente pubblicità personalizzata; l’operatore di telefonia mobile finlandese Blyk offre traffico gratuito e appetibili promozioni agli utenti che si preoccupano di aggiornare costantemente il proprio profilo di bersaglio pubblicitario.
Quello del marketing personalizzato e tagliato su misura degli schermi dei telefonini è un mercato in costante crescita, spiegano gli analisti: a parere di Kelsey Group , sospinto anche dai servizi di pubblicità localizzata e personalizzata, nel 2012 potrebbe arrivare a valere 1,4 miliardi di dollari solo per gli Stati Uniti, a fronte dei 33,2 milioni attuali. Un’impennata che teme solo l’intervento dei tutori della privacy.
Motorola e le compagnie telefoniche con cui l’azienda sta trattando hanno previsto un modello basato sulla libera scelta del consumatore, che sarà allettato da appetitose promozioni a vendere agli inserzionisti una posizione privilegiata per scrutare nella sua vita. Ma Privacy International ha già espresso preoccupazione. Il motivo? Sugli utenti che decideranno di non aderire al servizio potrebbero abbattersi discriminatorie tariffe da capogiro .
A pronunciarsi è anche l’ Information Commissioner’s Office ( ICO ) del Regno Unito, che vigila sulla privacy dei cittadini e confida nella protezione offerta dalla legge: alle compagnie telefoniche non è permesso vendere a terze parti informazioni riguardo agli utenti senza che essi abbiano espresso il loro consenso, lo stabilisce il Data Protection Act . Un quadro normativo che, ribatte Privacy International , è in ritardo di cinque anni rispetto all’avanzamento delle tecnologie.
Gaia Bottà