Parigi – Tokyo non è mai stata tanto vicina a Parigi, almeno nel mondo Linux. La francese Mandriva e la giapponese TurboLinux ora si sono però strette la mano per dare il via ad un progetto, chiamato Manbo-Labs , che prevede la condivisione di risorse e tecnologie con le quali realizzare delle fondamenta software comuni . Su tali fondamenta le due società intendono erigere le loro future distribuzioni Linux.
Se gli intenti espressi da Mandriva e Turbolinux non suonano nuovi è perché, in effetti, non lo sono affatto. Negli scorsi anni gli stessi propositi hanno infatti animato altre iniziative simili , tra le quali la più nota e ambiziosa fu UnitedLinux , un’alleanza costituita nel 2002 da SuSE Linux (in seguito acquisita da Novell), Caldera (ora SCO Group), Conectiva (fusasi con Mandrake per dar vita a Mandriva) e Turbolinux. Questo progetto naufragò circa un paio d’anni più tardi, e non ebbe maggiore fortuna nemmeno il più recente Linux Core Consortium , che di fatto ricostituiva UnitedLinux con l’assenza di SuSE Linux e l’aggiunta di Progeny Linux.
Gli osservatori fanno notare che alleanze di questo tipo, alle quali si può iscrivere anche la Debian Common Core (DCC), non hanno mai avuto molta fortuna. A favore di Mandriva e Turbolinux c’è però il fatto che il patto sia stato stipulato da due soli membri, e questo dovrebbe semplificare di molto i rapporti di collaborazione, soprattutto in fase decisionale.
Le due società affermano che il Manbo-Labs le aiuterà a tagliare i costi di sviluppo e supporto e ad investire maggiormente sulla tecnologia e la qualità del prodotto. Si aspettano inoltre di riuscire a stringere più solide partnership con i produttori di software e di hardware.
Nel comunicato emesso dalle due aziende si spiega che il codice del proprio sistema operativo comune sarà rilasciato sotto la licenza GPL, e che questo si troverà alla base della distribuzione Mandriva Linux 2008 Spring , attesa il prossimo aprile.
I due partner si dicono disponibili ad accogliere nel proprio progetto anche altri distributori di Linux, a patto che supportino il formato di pacchetti RPM.