Immagini sgranate catturate dalle telecamere a circuito chiuso: un rapinatore procede sicuro fra gli scaffali di un supermercato, accede indisturbato agli uffici del personale, intasca gli incassi. Secondo scenario: un rapinatore a volto scoperto intima all’impiegato di una banca di consegnare il denaro. Si è conclusa l’epoca dei manifesti che sbattono i volti dei ricercati sulle pareti delle città: per identificare e catturare i criminali le forze dell’ordine si avvalgono degli strumenti di video sharing.
“Tutti usano YouTube, non c’è motivo perché la polizia non dovrebbe usarlo”, ha dichiarato sulle pagine del Washington Post un portavoce della polizia di Arlington, in Virginia. “È solo un modo per raggiungere più persone, magari anche un pubblico completamente nuovo” ha spiegato l’agente: l’idea di aprire un account su YouTube per postare video che ritraggano presunti malintenzionati in azione è maturata nelle scorse settimane. Sono già quattro le clip gettate in pasto ai netizen, due le indagini in corso: l’intento è quello di raccogliere testimoni , di identificare i malviventi, di innescare un dialogo e una collaborazione più fruttuosa con la cittadinanza.
È con questo obiettivo che le forze dell’ordine si espongono a una visibilità globale , fanno leva sul passaparola, offrono ai netizen la possibilità di collaborare all’amministrazione della giustizia. Obiettivi che si possono conseguire più facilmente agendo su YouTube: sono pochi i cittadini che consultano quotidianamente i siti della polizia della propria città, sono milioni invece gli utenti del portale di video sharing.
“È un modo per facilitare la comunicazione tra le forze dell’ordine e i cittadini”, ha commentato una rappresentante della International Association of Chiefs of Police ( IACP ), osservando come l’iniziativa del dipartimento di Arlington appaia un caso ancora isolato negli Stati Uniti.
Ma in Canada la pratica sta prendendo piede: la caccia virale al criminale si è già dimostrata un efficace deterrente , tanto che proprio a mezzo YouTube la polizia di Toronto sta tentando di venire a capo di un caso che ha colpito nel profondo l’opinione pubblica. Un’automobile verde che si aggira in un parcheggio è l’unico indizio che potrebbe condurre ai responsabili dell’abbandono di una neonata: catturate da una telecamera di sorveglianza, le immagini dell’automobile stanno rimbalzando in rete. Si moltiplicano le segnalazioni, strisciano i sospetti: i cittadini della rete si improvvisano detective in una caccia all’uomo su scala globale.
Gaia Bottà