Il 2009 potrebbe essere l’anno in cui “vedrà la luce” un nuovo mantello dell’invisibilità: questo è quanto emerso dalle dichiarazioni del team della Duke University . Il nuovo dispositivo, più evoluto rispetto a quello concepito nel 2006 in collaborazione con l’ Imperial College di Londra, è ottenuto grazie ad un nuovo algoritmo in grado di semplificare la costruzione dei metamateriali, strutture dotate di specifiche capacità fisiche che sono essenziali alla mimetizzazione hi-tech.
Il nuovo strumento di invisibilità consiste in un pannello fatto di fibre di vetro, composto da circa 10 mila pezzi, di cui almeno 6 mila hanno una forma unica. Ogni pezzo è stato assemblato in base agli specifici calcoli forniti dall’algoritmo in questione ed il dispositivo finale ha una dimensione di 50×10 cm circa. Stando alle parole dei ricercatori, l’introduzione del nuovo procedimento ha permesso di realizzare il dispositivo in soli 9 giorni, un lasso di tempo insignificante rispetto ai quattro mesi necessari per la costruzione del suo predecessore. Inoltre, il nuovo modello sarebbe anche più flessibile ed adattabile alle esigenze degli studiosi, che ora possono progettare con molti metamateriali diversi dalle specifiche caratteristiche e varie dimensioni.
“La differenza tra il primo dispositivo e quello appena sviluppato è pari a quella che esiste tra il giorno e la notte” commenta David R. Smith, professore di ingegneria elettronica ed informatica alla Duke , nonché referente del progetto. “Il nuovo dispositivo è in grado di occultare uno spettro di onde molto più ampio, quasi illimitato, e passa in maniera molto più semplice tra infrarossi e luce visibile”. Per il futuro prossimo Smith e la sua equipe sperano di riuscire a far riflettere diversi tipi di onde: il tutto grazie anche alle recenti sperimentazioni della nanotecnologia .
Al di là delle possibili implicazioni militari di questo nuovo passo avanti in materia di mimetizzazione, uno degli scopi primari dei ricercatori è quello di realizzare una tecnologia in grado di superare gli ostacoli fisici che limitano il propagarsi di onde radio. “La tecnologia dell’invisibilità può essere usata per far sparire ostacoli fisici che impediscono il diffondere dei segnali di comunicazione” spiega Smith. “Ad esempio, può capitare che vi siano due o più antenne che tentino di ricevere il segnale, bloccato dalla presenza delle altre antenne. Aggiungendo dispositivi mimetici sarebbe possibile rendere ogni antenna invisibile all’altra, eliminando così qualsiasi interferenza”.
Vincenzo Gentile