Tutti pazzi per Manus… La piattaforma di intelligenza artificiale “agenziale” è stata lanciata in anteprima la scorsa settimana e sta suscitando un clamore esagerato. In pochi giorni, il server Discord ufficiale di Manus ha raggiunto oltre 138.000 membri e i codici invito si vendono a migliaia di dollari sull’app cinese Xianyu. Ma tutta questa eccitazione è giustificata? Non proprio, a quanto pare.
Agente AI Manus: un mix di modelli esistenti, non un’innovazione da zero
Partiamo da un dato di fatto: Manus non è stata sviluppata da zero. Anzi, si basa su una combinazione di modelli AI già esistenti, come Claude di Anthropic e Qwen di Alibaba. Certo, sono stati affinati e messi insieme in modo intelligente, ma non stiamo parlando di un’innovazione sconvolgente.
Eppure, a sentire i suoi creatori, Manus sarebbe in grado di fare tutto, dal comprare case al programmare videogiochi. Una specie di genio della lampada digitale, insomma. Peccato che la realtà sia un po’ diversa. Yichao “Peak” Ji, un responsabile della ricerca di Manus, ha lasciato intendere in un video virale su X che la piattaforma fosse superiore a strumenti come deep research e Operator di OpenAI. Manus supererebbe deep research su GAIA, un benchmark popolare per gli assistenti AI generali.
Introducing Manus: the first general AI agent.
Try Manus today and see the future of human-machine collaboration: https://t.co/IKBPiiHsta pic.twitter.com/z3C8fUK3eN— ManusAI (@ManusAI_HQ) March 5, 2025
Ma i primi utenti raccontano un’altra storia. C’è chi si è imbattuto in messaggi di errore e loop infiniti durante i test. Altri fanno notare che Manus commette errori su domande su fatti concreti, non cita sempre le sue fonti e spesso non trova informazioni facilmente reperibili online.
Manus è ancora in fase sperimentale, è chiaro, e sicuramente migliorerà col tempo. Ma tra il dire e il fare c’è di mezzo un bel po’ di machine learning, e per ora le sue capacità sembrano più fumo che arrosto. E allora perché tutto questo clamore intorno a Manus? Semplice: perché l’hype vende, soprattutto quando si parla di AI.
Basta un video virale che mostra (o finge di mostrare) le mirabolanti capacità di Manus, ed ecco che il web impazzisce. Poco importa se poi, a una prova dei fatti, la piattaforma si rivela molto meno impressionante di quanto pubblicizzato.
In fondo, siamo nell’era dell’intelligenza artificiale, dove spesso conta più l’apparenza che la sostanza. E Manus, con il suo alone di esclusività dato dalla scarsità di inviti, sembra essere l’ennesimo caso di hype che supera l’innovazione.
Aspettando il vero miracolo…
Sia chiaro, non si vuole sminuire il lavoro di chi sta dietro a Manus. Sviluppare un’intelligenza artificiale è un’impresa titanica e i progressi fatti finora sono comunque notevoli. Ma forse, prima di gridare al miracolo, bisognerebbe aspettare che il miracolo si compia davvero.
Per ora, al di là delle promesse roboanti e dei paragoni azzardati con DeepSeek (che sviluppa modelli AI e ha reso disponibili apertamente molte delle sue tecnologie), Manus sembra essere solo l’ultimo arrivato in un mondo, quello dell’AI, dove il clamore spesso corre più veloce dell’innovazione.