Guardate questa mappa:
Questa mappa non è, come potrebbe sembrare, una mappa del contagio in Italia. Il Coronavirus ne è la causa, ma non è una mappa relativa a problemi sanitari.
La mappa delle “nostre” colpe
Questa mappa, piuttosto, è la mappa delle “nostre” colpe negli ultimi decenni nel rapporto con la banda larga.
Questa mappa è la conseguenza di tutte le volte che gli investimenti sono stati fatti fluire altrove (sì, vogliamo ricordare i 50 milioni di Italia.it come semplice e gratuito pugno nello stomaco), gestendo l’innovazione come banderuola pre-elettorale da insabbiare a urne aperte ed archiviate.
Questa mappa è la fotografia di un paese che per decenni ha rifiutato la scommessa sul digitale, scommettendo sul modello televisivo che ha blindato equilibri economici, politici e di potere invece di abbracciare la scommessa del cambiamento.
Questa mappa è la sconfitta di tutti coloro i quali, con laccetti e ostacoli normativi, hanno limitato la concorrenza, hanno reso “a fallimento di mercato” l’idea stessa dell’innovazione ed hanno tratto lucro da questa scommessa al ribasso basata su proclami puntualmente disattesi.
Questa mappa è la fotografia perfetta di due decenni di inseguimento della banda larga senza mai curare le ferite del digital divide, senza mai abbracciare una vera visione, senza mai crederci davvero – soprattutto a livello politico.
Questo è il risultato quando la pressione sale e per una circostanza particolare ti trovi gli italiani forzatamente chiusi in casa, pronti ad abbracciare i propri dispositivi digitali per trovare una alternativa alla triste prospettiva di lunghe settimane alla finestra.
Questa è la mappa delle disfunzioni sulla rete fissa a banda larga registrate da Downdetector nelle ultime 24 ore. Il traffico è aumentato, certo, ma non facendo altro che colmare un gap che da sempre è legato alla scarsità di risorse. Chi diceva che il problema non è la scarsità di offerta, ma la scarsità di domanda, vede andare in fumo la sua foglia di fico lasciando in vista le vergogne.
L’infrastruttura non regge. E per fortuna che non siamo attrezzati per smart working ed e-learning, perché altrimenti la rete andrebbe al collasso per forza di cose. Ma quando vi diranno che tanto non c’era la domanda, ricordate loro di quando quel piccolo virus arrivò e ci mise di fronte alla realtà dei fatti. Ricordateglielo di quando la videochiamata saltava ed ipotizzare strumenti più sofisticati non avrebbe avuto senso. Ricordateglielo, e ricordatevelo quando torneremo a votare: una vera rete in fibra, una vera rete 5G ed una vera visione del futuro non devono essere soltanto promesse, ma l’architrave di tutto un progetto politico fatto di tecnologia, etica e cultura.
Ricordiamoglielo. Ricordiamocene.