I giganti del web a caccia di Waze, l’applicazione del traffico social creata dall’omonima startup con base negli Stati Uniti e Israele. Fondata nel 2007, Waze offre agli utenti mobile uno strumento di mappatura stradale approfittando delle indicazioni suggerite dagli stessi guidatori in modalità crowdsourcing . Da Google a Facebook, la giovane startup ha attirato le maggiori attenzioni .
Nelle ultime indiscrezioni riportate da Bloomberg , l’azienda di Mountain View avrebbe intenzione di sborsare un totale di un miliardo di dollari per l’acquisizione degli asset di Waze, in risposta ad una simile offerta avanzata da Facebook nei giorni scorsi. La startup anglo-israeliana farebbe gola anche ai vertici di Apple, alla ricerca di migliori strategie di navigazione satellitare dopo il fiasco delle sue Maps.
Con un totale di oltre 40 milioni di utenti registrati, Waze ha divorato una fetta degli utenti insoddisfatti dalle mappe di Apple. Secondo i dati offerti agli sviluppatori mobile dalla società d’analisi Onavo Inc , Waze avrebbe attirato il 6,3 per cento degli utenti statunitensi di iOS nell’ultimo mese . L’app fornisce informazioni sui migliori percorsi alternativi – più brevi o meno trafficati – suggeriti dagli stessi iscritti.
Mentre Google vorrebbe accorpare le tecnologie social di Waze alle sue celebri Maps, Facebook è da tempo a caccia di nuove soluzioni per arricchire ulteriormente la sua presenza in mobilità. Lo stesso CEO Mark Zuckerberg aveva parlato di una incarnazione mobile per la sua azienda, che può oggi contare su oltre 700 milioni di accessi mensili da dispositivi come smartphone e tablet.
Per il social network in blu, l’acquisizione di Waze potrebbe risultare un’operazione molto simile – anche solo per il prezzo – a quella annunciata per rilevare la piattaforma di photo sharing Instagram. L’azienda di Menlo Park lascerebbe la divisione R&D in terra israeliana, con conseguenze paventate in chiaroscuro per l’intero ecosistema high-tech locale. Per ora, nessun commento ufficiale da parte del CEO di Waze Noam Bardin.
Mauro Vecchio