Washington (USA) – Alcuni Marine in missione in Iraq sono finiti nei guai per un video anonimo diffuso attraverso YouTube , il celebre servizio per la condivisione di filmati sul web. Il video, rimosso dal sito di YouTube ma disponibile su quello dell’associazione musulmana Council on American-Islamic Relations , ha come protagonista un uomo vestito come un soldato americano che canta una specie di stornello: armato di chitarra, l’uomo parla dell’uccisione di alcuni civili iracheni come risposta ai loro attacchi dinamitardi.
La canzone ha suscitato numerose polemiche da parte di alcune associazioni islamiche statunitensi, già a partire dal titolo: ” Hajis Girls “, dove un haji è un musulmano che ha compiuto l’ hajj , ovvero il pellegrinaggio obbligatorio alla Mecca. Durante la canzone, evidentemente provocatoria, il cantante intona un ritornello preso dal celebre film Team America : ” Dirka dirk Mohamed jihad “, una parodia del suono della lingua araba e del nesso tra Islam e terrorismo.
“Non so chi sia stato il responsabile di questa bravata, che giudichiamo inappropriata”, ha detto il Colonnello Scott Fazekas, portavoce dei Marine in Iraq, “potrebbe essere chiunque dovunque perché il video è stato diffuso in maniera anonima: ad ogni modo, un video del genere non rispecchia assolutamente lo spirito e gli alti valori dei Marine”. Al momento, alcuni esponenti del corpo dei Marine sono sotto accusa per l’uccisione di civili iracheni ed è per questo che il video ha scatenato le polemiche da parte del CAIR.
Il direttore dell’associazione, Nihad Awad, ha richiesto l’intervento del Pentagono affinché vengano identificati gli autori del video. Awad ha comunque ricordato che “il comportamento scorretto di qualche Marine non deve buttare fango sull’immagine di tutto il corpo militare, sulla reputazione dei militari statunitensi”.
Questo episodio è l’ennesima dimostrazione che l’idea del Web 2.0 , del quale YouTube viene considerata una delle più interessanti espressioni, non è soltanto il sinonimo di maggiore partecipazione per gli utenti e maggiore libertà d’espressione individuale, ma anche di maggiori responsabilità per chiunque diffonda informazioni in Rete.
Il video in questione potrebbe essere un falso, come hanno fatto notare numerosi osservatori. Questo elemento mette in luce un altro aspetto della diffusione di massa di Internet, che qualcuno chiama “limite”: l’inclusione delle masse nei processi di produzione dei contenuti multimediali, nonché nella loro diffusione, rischia di aumentare il grado di “confusione” nel Mondo. Le straordinarie dinamiche partecipative previste dal Web 2.0 aumentano l’entropia?
Tommaso Lombardi